Sicurezza alimentare, workshop di Consumerismo.it e Frodialimentari.it
La tutela della sicurezza alimentare, basata su un solido corpus normativo e sul lavoro instancabile degli istituti preposti al controllo, delle istituzioni e degli esperti, non deve perdere mai di vista la figura del consumatore, sempre più partecipe di un sistema integrato di prevenzione e tutela. Questo il tema al centro del workshop “La Sicurezza agroalimentare e la tutela del consumatore”, che si è svolto oggi a Roma e promosso dalle riviste on line Consumerismo.it e Frodialimentari.it, in collaborazione con Codici, Codacons e Movimento difesa del cittadino.
Anna Zollo, responsabile della testata Frodialimentari.it, ha aperto gli interventi parlando proprio della necessità di un “nuovo approccio alla sicurezza alimentare” e di come sia importante sapere “cosa ne pensano i consumatori degli illeciti alimentari”. Irregolarità e reati che non mancano: basti che le allerte del Sistema Rasff europeo sono state 3.436. “L’Italia – ha detto Mario Massaro, Ministero della Salute, Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione – è risultata essere, insieme alla Gran Bretagna, il primo Paese Membro nel numero di segnalazioni inviate alla Commissione europea, dimostrando l’efficace lavoro svolto dal nostro sistema istituzionale”.
Nel 2012 il Corpo Forestale ha effettuato 6.401 controlli accertando 605 reati e oltre 1.100 illeciti amministrativi e notificato un importo per circa 3milioni di euro. In totale sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria 154 persone. Complessivamente nel periodo tra il 2009 e il 2012 il Corpo ha elevato sanzioni per oltre 8,2 milioni di euro a seguito di oltre 22 controlli”. Numeri che comunicano il lavoro svolto ogni giorno dagli istituti deputati al controllo lungo le filiere agroalimentari. Molto più efficaci e suggestive le storie raccontate da Amedeo De Franceschi del Nucleo agroalimentare e forestale del Corpo Forestale dello Stato che ha ricordato il caso del concentrato di arancia brasiliano trasformato in succo di arancia italiano; del mosto “realizzato con non si sa quali zuccheri ed etichettato come vino da tavola”; dell’olio deodorato proveniente dalla Spagna. De Franceschi ha inoltre sottolineato l’importanza di un nuovo strumento per tutelare il made in Italy, soprattutto all’estero: l’obbligo del controllo da parte dello Stato membro delle frodi sulle denominazioni “ex officio”, indipendentemente se ci sia stata o meno una denuncia del Consorzio di tutela, dei consumatori o di altro apparato statale.
Agli interventi istituzionali sono seguiti quelli dei rappresentanti delle associazioni dei consumatori. Luigi Gabriele di Codici ha parlato delle potenzialità di una “lobby dei consumatori”: “Ci troviamo in un contesto economico dove per i cittadini diventa sempre meno importante la qualità, per questo è necessario capacitare il consumatore rendendolo consapevole e in grado di portare avanti reclami”. Valeria Graziussi di Codacons ha invece ricordato il lavoro che svolge l’Antitrust in materia di pubblicità ingannevole e a seguito dell’applicazione del nuovo regolamento europeo sui claims nutrizionali (REg. 1924/06). Francesco Luongo, Vice Presidente del Movimento Difesa del Cittadino ha infine parlato di responsabilità, una parola che “in Italia tende a sfumare nonostante l’imponente corpus normativo che vi è alle spalle. La responsabilità della sicurezza alimentare in strutture organizzative complesse come supermercati ed ipermercati rischia scomparire in un inestricabile gioco di deleghe di funzioni da parte de legale rappresentante in cui la persona fisica direttamente responsabile diventa difficile se non impossibile da individuare”. “La Corte di Cassazione è recentemente intervenuta sul tema proprio con riferimento ad un caso di cattiva conservazione di prodotti alimentari all’interno di un supermercato chiarendo agli operatori del diritto ed alle forze dell’ordine come accertare il soggetto tenuto a garantire la salubrità dei prodotti”, ha concluso Luongo.
A cura di Silvia Biasotto
Sarebbe estremamente utile, per un reale potenziamento e maggiore efficacia, e credibilità verso i cittadini e le istituzioni, dell’azione del movimento consumeristico la riduzione drastica del numero di associazioni da 17 ad una o due, massimo tre, magari con specializzazioni diverse, del tutto sganciate da interessi personali, aziendali, editoriali, od inconfessabili orientamenti politici (la salute e la difesa dei cittadini non deve avere colore politico né avere secondi scopi).