grano

Sicurezza alimentare fra crisi climatica e guerra in Ucraina

La sicurezza alimentare è fragile. È messa in crisi a livello mondiale dalla guerra in Ucraina. Ma è tutta colpa della guerra? Solo del conflitto? In realtà la sicurezza alimentare si trova in uno stato di crisi in cui hanno un impatto le conseguenze economiche della guerra, su larga scala; quelle dell’emergenza climatica, che con la siccità riduce la produzione agricola in molte aree del mondo; le speculazioni sui mercati finanziari; non da ultimo, modello agricoli e zootecnici intensivi che dipendono fortemente dall’importazione di materie prime dall’estero, come è caso dei mangimi.

Ma è vero che la guerra in Ucraina ha messo in crisi il sistema agroalimentare italiano? No, dice il WWF, perché gli effetti sono limitati solo ad alcune materie prime che l’Italia importa dall’Est Europa, soprattutto mais o olio di girasole. Il grano che viene dall’Ucraina è invece solo il 5% del fabbisogno delle aziende italiane. I dati sono parte di un’analisi più ampia che il WWF propone e che riguarda i falsi miti della sicurezza alimentare.

Sicurezza alimentare fra crisi climatica e guerra

«Le conseguenze della guerra in Ucraina ci ricordano quanto sia fragile la sicurezza alimentare, basata su modelli di produzione agricoli intensivi – spiega il WWF nel dossier – Per affrontare l’attuale crisi dei mercati in molti – fra cui diversi politici – hanno chiesto di aumentare le produzioni cancellando o indebolendo le attuali misure ambientali della Politica Agricola Comune e del Green Deal europeo. L’abolizione del divieto dell’uso di pesticidi in aree di interesse ecologico e l’utilizzo dei terreni a riposo -meno produttivi dal punto di vista agricolo ma essenziali per la conservazione della biodiversità- sono solo alcune di queste richieste irrazionali e controproducenti».

C’è dunque il rischio di un passo indietro sulle strategie green dell’Europa. La sicurezza alimentare è collegata anche alla crisi del clima e alle speculazioni, oltre che al conflitto.

«La verità è che la produzione alimentare globale è sufficiente per sfamare la popolazione mondiale, ma è mal utilizzata – prosegue il WWF – I veri rischi alla sicurezza alimentare nel nostro Paese non derivano dal conflitto in corso in Ucraina, ma dalle bolle speculative che condizionano produzioni e mercati a partire dalle crisi finanziarie del 2008 e 2011. A questo si aggiungono le gravi conseguenze della crisi climatica, che già pesa in maniera significativa sui sistemi agricoli per effetto di siccità e aumento dei fenomeni meteorologici estremi, che – nel medio e lungo periodo- avrà effetti sempre più gravi sulla produzione delle colture strategiche».

 

campo di grano
Transizione ecologica a rischio con la guerra in Ucraina

 

La guerra in Ucraina ha messo in crisi l’agroalimentare italiano?

La prima domanda è dunque diretta: la guerra in Ucraina ha messo in crisi il sistema agroalimentare italiano? La risposta del WWF è negativa perché «gli effetti della crisi collegata alla guerra sui sistemi agroalimentari in Italia sono limitati solo ad alcune materie prime importate dall’est dell’Europa, in particolare mais e olio di girasole».

L’unico settore che avrà delle ripercussioni dirette, prosegue l’associazione, è però quello zootecnico, che è grande consumatore di mais: in Ue il 70% delle materie prime per i mangimi degli animali (fra cui mais) è infatti di origine extra europeo.  Anche in Italia oltre l’80% del mais è destinato all’uso zootecnico e gran parte viene dall’Ungheria, che ha bloccato le esportazioni.

Gli effetti della guerra si faranno sentire anche sulla filiera dell’olio di girasole, che viene usato come ingrediente per conserve, prodotti da forno, salse, fritture. L’Ucraina detiene il 60% della produzione e almeno il 75% dell’export mondiale e rappresenta il principale coltivatore di girasoli al mondo. L’olio di girasole, evidenzia il WWF, può essere sostituito con altri oli vegetali disponibili sul mercato. (E questo, en passant, potrebbe portare al rinnovato ricorso all’olio di palma, che era decisamente caduto in disuso negli ultimi anni).

 

olio di girasole
Olio di girasole, Mise autorizza cambiamenti in etichetta (fonte foto: Mise)

 

La guerra in Ucraina provocherà carenza di grano in Italia?

Anche in questo caso, il WWF sottolinea che l’impatto diretto della crisi ucraina in Italia è limitato. Sarà invece molto forte, e grave, in altri paesi del mondo come il nord Africa.

Le aziende agroalimentari italiane, spiega l’associazione ambientalista, «importano dall’Ucraina il 5% del proprio fabbisogno, che può essere soddisfatto dalla produzione europea di frumento che supera attualmente la domanda interna degli Stati membri dell’Unione».

E allora perché il grano aumenta?

«L’aumento del costo del grano, duro e tenero, è in atto da ben prima del conflitto in Ucraina – spiega il WWF – ed è causato da una parte dalle speculazioni finanziarie e dall’altra dalla riduzione delle produzioni in Canada, conseguenza della grave siccità che ha colpito il nord America nella stagione 2020-21. Nel 2022 eventuali carenze di grano o altri cereali in Italia potrebbero essere generate dalla grave siccità che sta colpendo il nostro Paese e che avrà ripercussioni sul raccolto di quest’estate».

I paesi più vulnerabili agli affetti della guerra, per la loro forte dipendenza dalle importazioni di frumento dall’Ucraina e dalla Russia, sono quelli del nord Africa – e questo sì, rischia di causare una grave emergenza di sicurezza alimentare mondiale.


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