Piatti tipici di Ravenna: quali sono i sapori della cucina ravennate

Ravenna è una città favolosa, conosciuta in tutto il mondo soprattutto per i suoi splendidi mosaici e le antiche basiliche. Non è una novità quindi che sia una città altamente turistica, complice anche la sua vicinanza al mare.

Prova a immaginare: scopri le spiagge di Ravenna, passeggi sul lungomare, l’odore di salsedine e il rumore delle onde. Cosa può aggiungere magia a questo momento? Ovviamente, la risposta è un ristorante in cui provare le pietanze più famose del luogo.

La tradizione culinaria ravennate, radicata nel sapere contadino della Romagna, offre un’esperienza gastronomica unica. Uno dei suoi elementi più caratteristici è la pasta fresca fatta in casa e il ragù tipico della regione, ma le possibilità sono molte di più.

Visitare Ravenna non deve essere solamente una goduria per la vista, ma anche un momento di relax e l’occasione di mangiare qualcosa di semplice, tradizionale e assolutamente saporito.

I Cappelletti: una delizia nel ragù (e in brodo)

La cucina ravennate è fatta di molti piatti tipici, tra cui i più famosi sono i cappelletti. Mangiati soprattutto in brodo, riescono a esprimere tutta la loro delizia anche nel ragù tipico romagnolo (più invitante, se mangiato sulla spiaggia di Ravenna in estate).

Conosciuti, in dialetto, come “e’ caplèt”, sono una pasta all’uovo tagliata a quadratini, che viene poi farcita con un gustoso ripieno di formaggio. La tipologia di formaggio usata varia da famiglia a famiglia, ma solitamente include ricotta, raviggiolo, casatella o parmigiano.

Talvolta confusi con i tortellini, anch’essi tipici della regione, ma la distinzione è facile da cogliere perché questi ultimi solitamente hanno un ripieno di carne e una forma molto diversa rispetto ai cappelletti (la cui sagoma ricorda appunto un cappello).

Passatelli in brodo: tradizione e sapore

Anche i passatelli rientrano tra i piatti più autentici della cucina locale. Anche se tipici invernali, perché danno il meglio del loro sapore in brodo, e non tendono a essere parte delle tavole sulla spiaggia di Ravenna, meritano di essere menzionati.

È un primo piatto che nasce da un impasto semplice fatto da uova, pangrattato, parmigiano e un tocco di noce moscata. La tipica forma che hanno si ottiene grazie a uno speciale attrezzo che ne crea dei vermicelli dalla forma irregolare.

Il risultato è un piatto che sa di casa e tradizione, capace di scaldare non solo il corpo ma anche il cuore, e per questo spesso diventano un elemento immancabile nelle grandi occasioni, come le feste natalizie.

Strozzapreti: pasta e leggenda romagnola

Andiamo avanti nell’excursus dei primi tipici della Romagna, con un’altra tipologia di pasta fresca che è entrata a far parte della cultura locale: gli strozzapreti.

Il nome è particolarmente curioso e non è casuale, ma deriva da una storia che risale al Settecento: una leggenda popolare narra infatti di un sacerdote affamato che ne mangiò così tanti da rischiare di soffocare.

La loro forma irregolare è particolarmente riconoscibile ed è ciò che ha alimentato la leggenda, perché spesso considerati difficili da ingoiare. È una pasta rustica che si presta perfettamente a sughi ricchi e avvolgenti.

Ha infatti una consistenza porosa in grado di trattenere i condimenti in modo eccellente, ed è quindi proprio questo che la rende ideale per essere gustata con ragù di carne o con sughi di verdure.

Spoja lorda: il gusto della semplicità

Spoja lorda significa, in dialetto, “sfoglia sporca”: è un tipo di pasta estremamente semplice e uno dei più autentici del luogo. È un piatto di recupero che è nato dall’ingegno delle donne del posto, che utilizzavano gli scarti della preparazione dei cappelletti per evitare sprechi.

La pasta all’uovo viene di fatto “sporcata” con una leggera quantità di ripieno di formaggio avanzato, creando così piccoli raviolini dal sapore delicato e genuino. Anche in questo caso, il condimento tipico è il brodo di carne e oggi è possibile trovarla in molti ristoranti della zona interessati a portare avanti la tradizione.

Maltagliati: la pasta rustica e versatile

Un altro esempio affascinante della cucina di recupero e povera di un tempo, sono i maltagliati: una pasta all’uovo tipica che deve il suo nome alla sua origine, anch’essa derivante da scarti di altre preparazioni, in particolare dalle tagliatelle.

Hanno una forma molto curiosa, che varia da striscioline sottili a triangoli e rombi, ognuno con uno spessore unico. La tradizione vuole un accompagnamento, in questo caso, di legumi, rendendo nuovamente il piatto ideale per i mesi invernali.

Tuttavia, hanno una straordinaria versatilità che li rende quindi adatti anche a condimenti più ricchi, come ragù di carne, salsiccia, verdure, funghi e persino pesce, ottimi da gustare su una spiaggia di Ravenna.

Braciola di castrato: il re dei secondi

Passiamo adesso ai secondi: il piatto più famoso, e che deve essere assaggiato almeno una volta nella vita, è la braciola di castrato, conosciuta localmente come “brasula ‘d castrè”.

È una carne ricavata da giovani ovini maschi, caratterizzata da una consistenza morbida e dal sapore deciso, con un aroma leggermente pungente. Prima di finire sulla griglia, la braciola viene marinata con sale, aglio e rosmarino, una combinazione semplice che è però perfettamente in grado di esaltare il suo gusto naturale.

Una volta cotta, può essere servita con un filo d’olio d’oliva e qualche goccia di limone, oppure al naturale per chi ama i sapori puri. Per completare l’esperienza, il consiglio è quello di accompagnarlo con verdure grigliate o croccanti patate al forno.

Piadina e crescione: il cuore dello street food romagnolo

Non si può parlare di Emilia Romagna senza fare menzione della piadina: un disco di pasta sottile e morbido che viene preparata con acqua, farina, strutto o latte e cotta su una piastra rovente.

Ormai diffusa in tutta Italia, acquistabile in qualsiasi supermercato, è solo qui che riesce a far esplodere il suo tipico gusto perché preparata artigianalmente da molti ristoratori, interessati a far conoscere “il vero sapore della vera piadina”.

Le combinazioni per i condimenti sono numerose: il più tradizionale è quello fatto di squacquerone e prosciutto crudo, ma non mancano anche le varianti dolci con confettura o crema di nocciole.

Il crescione, invece, si distingue per la sua caratteristica forma a mezzaluna. È simile alla piadina, ma viene farcito e chiuso prima della cottura. Le versioni più tradizionali, in questo caso, includono ripieni di erbe, pomodoro, mozzarella o zucca e patate, ma ci si può sbizzarrire in tantissimi modi diversi.

Cozze di Marina di Ravenna: freschezza e sapore

La cucina tipica dell’Emilia Romagna è fatta di pietanze contadine, ma la cultura culinaria non perde di vista anche la sua vicinanza al mare. Un cibo assolutamente da provare, quando si è in visita a una spiaggia a Ravenna, sono le cozze di Marina di Ravenna.

Si tratta di frutti di mare locali che vengono raccolti a pochi chilometri dalla costa, da pozzi estrattivi situati al largo profondi circa 12 metri. Questa loro caratteristica rende le cozze particolarmente saporite, che in cucina offrono infinite possibilità: dalla tradizionale zuppa di cozze fino alle cozze gratinate.

Sugolo: il dolce della vendemmia

Arriviamo, infine, ai dolci. Uno dei più famosi del posto è senza dubbio il sugolo, noto anche come sugol o sugoli: un dessert tradizionale preparato con mosto d’uva. Un dolce semplice ma delizioso, strettamente legato alla stagione della vendemmia, quando il mosto fresco viene cotto con farina per ottenere una consistenza simile a un budino.

La preparazione richiede pochi ingredienti ma molta attenzione e, sebbene sia un piatto modesto, il suo sapore autentico e la sua storia lo rendono un prelibato spuntino di fine estate, perfetto per concludere un pasto o per una pausa golosa durante una passeggiata sulla spiaggia di Ravenna.


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