Mirtillo nero e zafferano, vite rossa, Ginkgo biloba, passiflora, camomilla, genziana, valeriana, cardo mariano, finocchio, incarnata, camomilla, cipolla, origano, rosmarino, liquirizia, assenzio, aglio, coriandolo, anice, meliloto, carciofo e rabarbaro: sono quasi 300 le piante officiali coltivate in Italia che da ieri hanno a disposizione il ”Testo unico in materia di coltivazione, raccolta e prima trasformazione delle piante officinali” a cui far riferimento.

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni in qualità di Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali offre un nuovo assetto al settore, ha infatti approvato il Testo della nuova normativa che favorirà la crescita e lo sviluppo e da valorizzare le produzioni nazionali, garantendo al contempo una maggiore trasparenza e conoscenza al consumatore finale.

In particolare, precisa il Mipaaf, il decreto fornisce una nuova definizione di piante officinali, prevedendo inoltre l’istituzione dei registri varietali delle specie di piante officinali, nei quali sono elencate le piante officinali ammesse alla commercializzazione e sono stabilite le modalità e le condizioni per la certificazione delle sementi. Il provvedimento inoltre chiarisce in maniera inequivoca che la coltivazione, la raccolta e la prima trasformazione delle piante officinali sono considerate a tutti gli effetti attività agricole. E disciplina la raccolta spontanea, in modo da evitare il depauperamento delle aree a questa destinate e da favorire una maggiore conoscenza delle stesse zone, delle piante e dell’ambiente in cui si sviluppano.

Il settore delle piante officinali risulta avere una certa importanza anche a livello economico dal momento che circa il 50% degli integratori alimentari attualmente in commercio in Italia sono a base vegetale, con gli infusi che generano un valore al dettaglio di 130 milioni di euro con un aumento del 7,9% in un anno (dati Iri 2017). Tra i fattori che spiegano tale incremento vi è sicuramente il desiderio da parte del consumatore di utilizzare prodotti di origine naturale per il benessere del proprio corpo.

In considerazione delle potenzialità del settore, quindi, il giudizio generale sulla legge di riforma sulle piante officinali e dei prodotti derivati è positivo, sebbene, rileva Coldiretti “sarà necessario un successivo intervento per rendere obbligatoria l’etichettatura di origine dei prodotti officinali, in coerenza con la direzione presa nel settore agro-alimentare, al fine di dare la massima trasparenza, una direzione chiesta dalla maggioranza dei consumatori”.


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