Olio, risoluzione on.Cenni: difendere produzioni di qualità
Purtroppo sempre più spesso la cronaca ci racconta numerosi casi di contraffazione e truffa che hanno come oggetto i prodotti oleari. Al fine di tutelare la produzione italiana, l’onorevole Susanna Cenni, parlamentare toscana del Partito democratico, ha presentato una risoluzione firmata anche dai deputati Giuseppina Servodio, Nicodemo Nazzareno Oliverio, Angelo Zucchi, Sandro Brandolini, Luciano Agostini, Luca Sani, Carlo Trappolino e Massimo Fiorio, sarà discussa a settembre. Oltre a misure a tutela del comparto, la risoluzione riprende anche una proposta avanzata dall’Associazione italiana “Città dell’olio” circa la candidatura del “Paesaggio olivicolo mediterraneo” quale patrimonio Unesco. Un riconoscimento proposto durante l’assemblea nazionale che si è svolta, poche settimane fa, a Montalcino per promuovere e valorizzare i territori di produzione, evidenziando la relazione tra gli aspetti di competitività del prodotto. Il testo depositato sottolinea che in tale direzione si muoverebbero alcune iniziative parlamentari bipartisan. “Spero – spiega la parlamentare toscana – che la nostra iniziativa possa incoraggiare e velocizzare l’iter, come richiesto in questi giorni al Senato. Queste norme, infatti, rappresentano una spinta fondamentale per chi ha scelto di investire su produzioni di assoluta eccellenza”.
“Le coltivazioni di ulivi in Italia – si legge nel testo depositato dai parlamentari – rappresentano oltre il 70% della produzione mondiale. L’olio d’oliva è un prodotto di qualità ed eccellenza del nostro Paese, la cui coltura riveste un’importanza vitale in termini di mantenimento dell’occupazione, oltre che come fondamentale presidio paesaggistico e territoriale nelle zone rurali. L’Italia, infatti, ha una produzione nazionale di circa 480 mila tonnellate, due terzi dei quali extravergine e vanta con 43 denominazioni certificate (tra Dopp e Igp), ossia il maggior numero di produzioni riconosciute dall’Unione Europea. Un comparto produttivo fondamentale per l’economia, che però nel nostro Paese ha registrato, negli ultimi anni, alcuni preoccupanti segnali di crisi, causati dagli alti costi di produzione, dalla scarsa remunerazione per i produttori, dai mutamenti climatici e dal crescente e preoccupante fenomeno delle contraffazioni. Le frodi e le falsificazioni, secondo la Coldiretti, infatti, sottraggono all’agroalimentare nazionale ben 164 milioni al giorno, che potrebbero invece generare reddito e profitto”.
“Per scongiurare la crescita del fenomeno della contraffazione, tutelare i consumatori e garantire la crescita di uno dei comparti agricoli più importanti dell’economia italiana – spiega Susanna Cenni – è importante rispondere con norme certe, che garantiscano la tracciabilità del prodotto e accertino controlli e sanzioni nei confronti di chi compie frodi e truffe, anche attivando la possibilità di inasprire le pene previste per i reati legati alla contraffazione di alimenti, come indicato dai primi passi fatti in commissione anticontraffazione. Oggi i produttori di olio di oliva necessitano di un aiuto, almeno nella certezza di una concorrenza leale e trasparente, che si può ottenere solo con la tracciabilità sulla provenienza delle olive, sulla lavorazione e su un sistema di analisi indiscutibili. Se l’Italia vuol davvero investire su questo straordinario prodotto occorre avviare seriamente un piano olivicolo nazionale, anche attraverso l’uso degli strumenti dell’Unione europea, allo scopo ultimo di incentivare il mantenimento, lo sviluppo e il rinnovo degli uliveti, migliorando così la produzione già eccellente e, contestualmente, tutelando il paesaggio olivicolo italiano”.