Il Senato ha approvato ieri all’unanimità un ordine del giorno per la difesa dell’agricoltura italiana dagli Ogm che ribadisce la necessità di adottare la clausola di salvaguardia: una norma, prevista dalla direttiva europea del 2001 e già applicata da vari paesi, che dà la possibilità a uno Stato di vietare sul proprio territorio la coltivazione di colture transgeniche nel caso si profilino rischi per la salute o per l’ambiente.
La battaglia per l’applicazione della clausola di salvaguardia era stata lanciata dalla Fondazione diritti genetici sulla piattaforma change. org e avevano ottenuto 7 mila adesioni in poche settimane. 
“È davvero un segnale estremamente positivo che tutti i gruppi del Senato abbiano trovato convergenza su un tema importante come quello degli Organismi geneticamente modificati – ha commentato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo – Per questo mi sono impegnata per fare in modo che tutte le posizioni convergessero in un unico Ordine del giorno. Con la condivisione e la volontà sulle cose concrete è possibile raggiungere un punto di accordo. Quella geneticamente modificata è un tipo di agricoltura che non risponde alle esigenze e alle caratteristiche del nostro Paese, perché noi vinciamo solo puntando sulla qualità, la tipicità e sulla valorizzazione della nostra cultura. È altrettanto importante che tutte le forze politiche abbiano sottolineato col loro voto quanto sia necessario potenziare la ricerca in agricoltura, perché anche questa può contribuire significativamente alla crescita di un settore che già si dimostra vitale e dinamico”.
La mozione votata impegna il Governo:


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  • ad adottare la clausola di salvaguardia prevista dall’articolo 23 della direttiva 2001/18/CE e/o ad adottare la misura cautelare di cui all’articolo 34 del regolamento (CE) n. 1829/2003, in base alla procedura prevista dall’art. 54 del regolamento (CE) n. 178/2002, a tutela della salute umana, dell’ambiente e del modello economico e sociale del settore agroalimentare italiano.
  • a rafforzare la già efficace opera di monitoraggio e controllo posta in essere con il coinvolgimento del Corpo forestale dello Stato, il quale da tempo effettua verifiche per evitare la contaminazione tra colture geneticamente modificate e non e per controllare l’eventuale presenza di sementi transgeniche non autorizzate.
  • a potenziare la ricerca scientifica pubblica in materia agricola e biologica e, in caso di OGM, in ambiente confinato di laboratorio.

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