Made in Italy, UNC: “Non va confusa con garanzia di sicurezza alimentare”
In questi giorni imperversa il dibattito sul Made in Italy. Ma la questione non è così semplice e sono tanti i fattori da prendere in considerazione se vogliamo avere una profonda consapevolezza in materia. Ad esempio i consumatori devono sapere che Made in Italy e sicurezza alimentare sono due cose diverse: “La difesa del Made in Italy interessa tutti noi, ma non deve essere confusa con la garanzia di sicurezza degli alimenti” dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori.
A spiegare alcuni dettagli sulla sicurezza alimentare è l’esperto dell’UNC Agostino Macrì: “E’ importante chiarire che non tutti i prodotti tipici sono integralmente italiani, ma soltanto quelli a Denominazione di Origine Protetta (DOP) e quelli a Denominazione di Origine Controllata (DOC). In pratica, quindi, soltanto alcuni formaggi, alcuni salumi ed i vini sono fatti con materie prime italiane: tutti gli altri prodotti, quelli contrassegnati con Indicazione Geografica Protetta (IGP), Specialità Tradizionale Garantita (STG), Denominazione Comunale (DE.CO) possono essere realizzati anche utilizzando materie prime di importazione”.
“D’altronde – prosegue l’esperto – la nostra produzione di materie prime alimentari è del tutto insufficiente sia per fare fronte alle richieste delle nostre industrie alimentari, sia ai nostri fabbisogni: la nostra agricoltura e zootecnia producono quantità sufficienti soltanto di uva per la vinificazione, alcuni cereali (come il riso), carni di pollo e uova, ma è carente per le altre carni e per il latte. Pensare di poter soddisfare il mercato con le sole materie prime italiane, allo stato attuale, è impossibile”.
“E’ fondamentale che i consumatori siano consapevoli della provenienza degli alimenti che portano a tavola – conclude Massimiliano Dona – ma non bisogna dimenticare che le norme europee esistenti garantiscono un livello molto elevato di sicurezza per tutti gli alimenti siano essi nazionali o di importazione: insomma va ribadito che il consumatore in Europa è già molto protetto e tutto il cibo che acquista nei normali canali commerciali è privo di pericoli. Sarebbe, invece, più responsabile, anziché evocare come panacea per ogni male un made in italy che non sempre è quel che i consumatori si aspettano, percorrere anche altre strade: ad esempio dovremmo sostenere con forza ogni misura tendente ad una ripresa delle attività agricole e zootecniche a tutela della nostra economia, del nostro ambiente, della nostra cultura e magari anche ritornare a certe vecchie abitudini alimentari accompagnate da stili di vita salutari”.
La dizione “prodotto italiano di qualità” è una enorme bufala che si legge spesso sui giornali che per ignoranza , o ad arte, spargono disinformazione, perché origine e qualità non hanno alcuna correlazione. E’ una falsa equivalenza propagandata specie da Coldiretti, che non fa bene neppure all’agricoltura nazionale, poiché anziché spronare il mondo agricolo ad innovare, produrre meglio, più salubre, in modo più organizzato e con costi/prezzi concorrenziali (rapporto prezzo/qualità), spinge a pensare autarchicamente di avere un’agricoltura eccelsa e migliore in tutti i campi, e quindi a sedersi sugli allori, ma anche a seguire chimere politiche che non pagheranno mai e andranno a favorire incarichi e prebende per i soliti affabulatori.