Concentrare l’offerta e accentrare i servizi nel settore del latte. L’Antitrust, a conclusione dell’indagine avviata nel 2015 sul settore lattiero-caseario, “ritiene fondamentale che, nell’ambito del processo di riorganizzazione del settore, vengano create e riconosciute diverse organizzazioni di produttori (OP), in grado di realizzare sia un’effettiva concentrazione dell’offerta di latte sia un accentramento di alcune funzioni e servizi aziendali”.  Sulla linea indicata dall’Unione europea, questa operazione potrà essere di tipo logistico, organizzativo, finanziario e anche di prima trasformazione del prodotto, con l’obiettivo di “incrementare l’efficienza delle singole imprese appartenenti a ciascuna organizzazione”.
L’indagine era stata avviata per accertare alcune problematiche del funzionamento della filiera del latte. Si tratta di un settore che sta attraversando un periodo di crisi su scala mondiale ma che potrebbe risentirne in Italia di più rispetto ad altri paesi europei. “I costi di produzione nazionali – rileva l’Antitrust – sono mediamente più elevati (di circa 5 centesimi di euro al litro) rispetto a quelli degli altri principali produttori europei, tra cui – in particolare – Francia e Germania”. A fronte di una “frammentazione molto elevata” che conta circa 34mila imprese produttrici, la maggioranza delle quali di dimensioni ridotte in termini di produzione e capi di allevamento, “si contrappone una domanda più concentrata, rappresentata da circa 1.500 acquirenti”. Da questa situazione, deriva che “le aziende agricole conferiscano l’intera produzione di latte a un unico acquirente e le imprese di trasformazione abbiano invece numerosi fornitori”.
“Sotto il profilo concorrenziale, tuttavia, dall’indagine – come si legge nel testo dell’Autorità – non sono emersi particolari elementi di criticità nei meccanismo di trasmissione delle oscillazioni dei costi nei settori a valle della filiera”. Nessuna delle sue componenti, infatti, “appare in grado di generare e trattenere stabilmente extra-profitti a scapito degli operatori che operano nei mercati a monte dell’approvvigionamento”. Quanto alla “tendenziale uniformità nell’andamento dei prezzi di acquisto del latte crudo alla stalla, appare riconducibile alla prassi instauratasi nel settore di rendere pubbliche le condizioni negoziate tra il principale acquirente nazionale, il Gruppo Lactalis, e le associazioni di parte agricola, utilizzandole come punto di riferimento per tutte le altre negoziazioni”. Le modalità di contrattazione in Italia sono ancora “sostanzialmente improntate alla vecchia logica dell’accordo interprofessionale”. E quindi possono essere “oggetto di specifica valutazione da parte dell’Autorità, al fine di verificare la coerenza con il combinato disposto delle norme antitrust in tema di intese e del quadro normativo comunitario in materia di mercati agricoli”.
In ordine poi alla tutela della parte contrattuale debole, “le analisi e le considerazioni svolte nell’ambito dell’indagine portano a escludere che le stime sui costi medi di produzione possano essere utilizzate come un parametro di confronto automatico, al di sotto del quale il prezzo di acquisto del latte applicato dall’industria debba essere necessariamente considerato un’imposizione illecita”. L’Antitrust, tenendo conto dell’attuale situazione di mercato, ha ribadito l’importanza che nei contratti di cessione del latte si rispettino le condizioni fissate dalla normativa italiana, che obbliga, tra l’altro, alla forma scritta e alla durata minima annuale. Fra i possibili interventi di politica settoriale, “l’Autorità ribadisce in primo luogo la necessità di prevedere strumenti di tutela del comparto agricolo che non disincentivino la competizione sull’efficienza delle aziende lattiere nazionali, inibendo il virtuoso processo di concentrazione degli allevatori già in atto”. In secondo luogo, l’Autorità“ribadisce la necessità di un utilizzo più mirato dei fondi comunitari e nazionali indirizzati alla ristrutturazione settoriale”.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)