Inflazione, Consumatori: i prezzi aumentano in vista del Natale (Foto Nicole Michalou per Pexels)

L’interpretazione dei consumatori è univoca: con l’arrivo del Natale tornano a salire i prezzi e con i listini alimentari al rialzo, a più 2,8% contro il tasso medio di inflazione all’1,3%, significa che i consumi delle feste esauriranno il budget di molte famiglie. In ogni caso peseranno, eccome, sui conti da far quadrare. Davanti ai dati diffusi oggi dall’Istat, con un’inflazione all’1,3% ma soprattutto col rialzo dei prezzi per il carrello della spesa (più 2,3%) e per i beni alimentari (più 2,8%), le associazioni dei consumatori sottolineano quanto i prezzi peseranno sull’imminente Natale.

Pesa la spesa per il Natale e gli alimentari

Un’inflazione al +1,3% si traduce in un aggravio medio di spesa per la famiglia “tipo” da +427 euro annui, che salgono a +582 euro per un nucleo con due figli – analizza il Codacons – E proprio con l’arrivo del Natale i prezzi al dettaglio di alimentari e bevande analcoliche aumentano a ritmo più che doppio rispetto al tasso medio di inflazione, con  listini che salgono del +2,8% su base annua: questo significa che una famiglia con due figli solo per l’acquisto di cibi e bevande deve mettere in conto una maggiore spesa da +256 euro annui.

Per una famiglia con un figlio il carrello della spesa costa 247 euro in più, che diventano 276 per una coppia con due figli, stima l’Unione Nazionale Consumatori.

«Una gelata sul Natale – afferma il presidente dell’associazione Massimiliano Dona – Questo autunno caldo sul fronte dei prezzi, dato che colpisce spese obbligate come i prodotti alimentari e il carrello della spesa, rischia di frenare, perlomeno per i ceti meno abbienti, i consumi di beni non necessari come quelli tipicamente natalizi! Purtroppo, infatti, non solo si è interrotto un andamento virtuoso che, per entrambe le voci, durava da 18 mesi, dal febbraio 2023, ma la cosa più allarmante è il carrello della spesa ha preso il volo quasi quadruplicando in appena 3 mesi, da +0,6% di agosto a +2,3 di novembre, e anche i prodotti alimentari, nello stesso periodo, sono decollati da +0,9 a +2,8%, ossia oltre 3 volte. Unica magra consolazione è il lieve attenuamento dell’inflazione rispetto al dato provvisorio e il fatto che cali su base congiunturale».

Record per alcuni prezzi alimentari

«I rialzi che stanno interessando il comparto alimentare meritano la massima attenzione», spiega il presidente Assoutenti Gabriele Melluso, che sottolinea alcuni picchi di prezzo.

Alcuni prodotti di largo consumo «registrano incrementi abnormi, come il burro che su base annua sale del 20%, mentre l’olio d’oliva rincara del 9,7%, la verdura fresca del 10,9% con punte del +23,7% per i pomodori e del +11,2% per l’insalata, il cioccolato dell’8,5%, il caffè del 13,3% – analizza Melluso – La situazione dei prezzi rischia di aggravarsi nei prossimi giorni con l’avvicinarsi delle festività e della corsa agli acquisti da parte delle famiglie, e pranzi e cenoni di Natale rischiano di svuotare le tasche degli italiani e trasformarsi in un salasso. Per questo rivolgiamo un appello al governo affinché adotti al più presto misure mirate a far scendere i listini specie nel settore alimentare».

Dicembre non si prospetta migliore, aggiunge a sua volta Anna Rea, presidente Adoc nazionale, sottolineando che il potere d’acquisto continua a scendere.

«Abbiamo denunciato da sempre e segnalato alle autorità competenti, gli abusi e le speculazioni relative all’ingiustificato aumento dei costi per il trasporto, in particolare il caro-voli, chiedendo a Mr. Prezzi di fare chiarezza. Eppure, registriamo un’impennata dei prezzi, guarda caso in occasione dello spostamento massiccio di persone per le festività natalizie – commenta Rea – E tutto questo ci preoccupa molto anche perché si continuano a non rinnovare diversi contratti scaduti da tempo e nella Legge di Bilancio, che ci viene prospettata come una panacea per le famiglie, non vediamo provvedimenti concreti per il recupero del potere d’acquisto dei consumatori».


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