Parte il fermo pesca, che blocca le attività della flotta italiana per favorire il ripopolamento del mare e garantire un migliore equilibrio tra le risorse biologiche e l’attività di pesca. Si parte il 22 luglio per l’alto Adriatico, nel tratto da Trieste a Rimini, con il blocco per 42 giorni delle barche che hanno sistemi a traino. Il 5 agosto stop alle attività per il centro e sud Adriatico, da Pesaro a Bari. Il primo ottobre si fermeranno i pescherecci a partire da Brindisi, Ionio e Tirreno, mentre Sardegna e Sicilia decideranno nel periodo agosto e settembre in piena autonomia.

Con il calo dei consumi del 16 per cento in valore fatto registrare dagli acquisti di pesce italiano, arriva il fermo pesca che bloccherà nei porti le imbarcazioni nazionali lungo le coste dell’intera penisola”, afferma Impresa Pesca Coldiretti nel commentare la firma del decreto sul riposo biologico da parte del Ministro De Girolamo. La sigla si dichiara preoccupata per il rischio di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre aree dove non è in atto il fermo pesca. Il tutto in una situazione che, secondo un’analisi Coldiretti Impresa Pesca su dati Ismea, ha visto aumentare del 6,3 per cento le famiglie italiane che hanno rinunciato ad acquistare pesce fresco nonostante i prezzi al consumo siano rimasti pressoché stabili. A segnare un forte calo nei consumi – precisa la Coldiretti – è il pesce azzurro come le alici che calano del 12 per cento, ma nel piatto degli italiani diminuiscono anche i calamari (-14 per cento) e le cozze e gli altri mitili (-12 per cento).


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