Il Tartufo candidato a diventare Patrimonio Immateriale dell’Unesco
Anche il tartufo di Norcia candidato come patrimonio Unesco nella lista dei beni immateriali come pratica e tradizione culturale da preservare. L’Italia sceglie uno dei suoi prodotti più pregiati, simbolo della vocazione agricola di un territorio devastato dal terremoto. Insieme al tartufo, nella lista che sarà vagliata a Parigi, è stata ricandidata anche la Perdonanza Celestiniana, rito religioso a L’Aquila.
L’Italia ha tempo fino a settembre di quest’anno per presentare le proposte di candidatura. Tutto il processo di valutazione del dossier e di richieste di invio di eventuali integrazioni da parte de Centro del Patrimonio Mondiale si concluderà nel 2019, dopo che gli Organi Consultivi avranno inviato la loro valutazione sulla base della documentazione richiesta. Tra giugno e luglio del 2019 sapremo dunque se il Comitato accetterà di iscrivere il tartufo e la Perdonanza Celestiniana come Patrimonio dell’Unesco a tutti gli effetti. Adesso in corsa c’è l’arte dei pizzaioli napoletani e l’esito della valutazione si avrà a ottobre del prossimo anno.
I patrimoni immateriali dell’Unesco italiani, dal 2008 a oggi, sono tre: il teatro delle marionette, noto come l’Opera dei Pupi, nato in Sicilia agli inizi del XIX secolo; il Canto a tenore che si è sviluppato nell’ambito della cultura pastorale della Sardegna; la dieta mediterranea riconosciuta come un insieme di saperi, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, tra cui le colture, i raccolti, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e il consumo di cibo.
di Ludovica Criscitiello