La battaglia del grano rivela le ombre di una filiera che maschera la forte territorialità. Una filiera in cui il nostro Paese ha una grande tradizione e vocazione produttiva, ma si trova nella situazione di importare dall’estero enormi quantitativi di grano. Di tutto questo il consumatore è all’oscuro: etichettatura e pubblicità della pasta nascondono la vera origine. E’ la denuncia di Federconsumatori e Adusbef. 
Alle giuste e legittime richieste degli agricoltori gli industriali rispondono che il grano italiano avrebbe una qualità inferiore che determinerebbe la necessità di importare dall’estero un prodotto più idoneo per caratteristiche merceologiche alla lavorazione.
Ma, allora, perché gli industriali non scrivono nelle confezioni la vera origine del grano dal Canada, dall’Ucraina o da altri Paesi? Porti dove il grano costa meno perché si inquina,  perché non si rispettano standard sanitari e non si tutela la dignità del lavoro.
I cittadini hanno diritto a conoscere l’origine del grano con cui son fatti i prodotti che portano in tavola, per scegliere consapevolmente cosa acquistare e cosa mangiare.
Per questo ci uniamo alla rivendicazione di Coldiretti per una etichettatura di origine della pasta.


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