
biberon latte proseguimento
Formula di proseguimento, American Academy of Pediatrics: controverse la composizione e il marketing
Le “formule di proseguimento” vengono sempre più offerte ai bambini sopra l’anno di vita. Ma è veramente necessario? Un rapporto dell’American Academy of Pediatrics critica un marketing aggressivo e la composizione nutrizionale
Le “formule di proseguimento” per bambini promosse come bevande nutrienti per i più grandicelli o in età prescolare sono generalmente non necessarie e incomplete dal punto di vista nutrizionale. Non solo: le pratiche di marketing che le promuovono sono discutibili. Così l’American Academy of Pediatrics (AAP) mette in dubbio convinzioni e informazioni sulle formule di crescita, ovvero di quei prodotti proposti nel momento in cui viene introdotta un’alimentazione complementare. Sono queste le conclusioni che si leggono nel nuovo rapporto clinico, “Older Infant-Young Child ‘Formulas”, che L’AAP ha recentemente pubblicato. Il documento esamina la crescente gamma di bevande destinate ai bambini di età compresa tra 6 e 36 mesi e osserva come manchino di standardizzazione o supervisione normativa. Il rapporto sarà pubblicato nel numero di novembre 2023 di Pediatrics, la rivista ufficiale peer-reviewed della American Academy of Pediatrics.
Cosa sono le formule di proseguimento
Come precisa il Ministero della Salute questi prodotti non sono concepiti come fonte nutritiva esclusiva ma in assenza di latte materno, per l’uso nel lattante dai sei mesi di vita come componente lattea di una dieta diversificata con l’avvio del divezzamento.
Sebbene le formule mediche o terapeutiche siano indicate per una varietà di condizioni, come malattie gastrointestinali croniche, disturbi metabolici, allergie alimentari, tali formule prescritte sono diverse da quelle per neonati e per i bambini più grandi.
Marketing aggressivo
Il rapporto punta il dito verso il marketing.
Come dichiarato dall’autore principale George J. Fuchs: “I prodotti sono pubblicizzati come “formule di follow-up”, “formule per lo svezzamento” e vengono promossi in modo ingannevole come parte necessaria della dieta di un bambino sano o, per quelli diretti ai neonati, equivalenti ai prodotti per lattanti. Queste bevande non dovrebbero sostituire una dieta equilibrata e sono inferiori agli standard del latte artificiale nei bambini di età inferiore ai 12 mesi. Inoltre, non offrono alcun vantaggio rispetto al latte vaccino, molto meno costoso, nella maggior parte dei bambini di età superiore ai 12 mesi. Alcuni soggetti possono anche avere esigenze nutrizionali particolari e quindi, come con qualsiasi bambino, è sempre meglio consultare il proprio pediatra”.
Non mancano gli elementi di confusione nelle pubblicità e sugli scaffali. L’associazione precisa come la commercializzazione di queste bevande dovrebbe essere ben distinta dal latte artificiale standard nei materiali promozionali, nei loghi, nei nomi dei prodotti e nelle confezioni. Non dovrebbero essere collocati insieme al latte artificiale sugli scaffali dei negozi.
Vale la pena ricordare che la normativa europea sulle formula di crescita prevede che l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità siano concepite in modo da non scoraggiare l’allattamento al seno e che non contengano illustrazioni di lattanti né altre illustrazioni o diciture che inducano a idealizzare l’uso di tali formule.
“Sono diverse le ragioni per cui alcune famiglie evitano il latte vaccino e i latticini – ha aggiunto il dottor Fuchs – Ecco perché è importante rivolgersi al pediatra per capire se i propri figli ricevono tutti i nutrienti di cui hanno bisogno ed eventualmente gestire eventuali carenze”.
Le raccomandazioni sul consumo di latte dopo il primo anno di vita
La raccomandazione avanzata dalla AAP è che ai bambini di età pari o superiore a 12 mesi si dovrebbe proporre una dieta variata con alimenti arricchiti per un corretto apporto nutrizionale. Le “formule” per neonati e bambini più grandi possono essere tranquillamente utilizzate come parte di una dieta diversificata, ma non forniscono un vantaggio nutrizionale nella maggior parte dei casi rispetto a una dieta ben bilanciata che includa latte umano o vaccino.
Al di là del marketing e delle esigenze del consumatore, le raccomandazioni sull’allattamento in maniera esclusiva fino al compimento del sesto mese di vita da parte dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità rimangono un punto fermo. È importante, inoltre, che il latte materno rimanga la scelta prioritaria anche dopo l’acquisto di alimenti complementari, fino ai due anni di vita ed oltre, e comunque finché mamma e bambino lo desiderino. Secondo le raccomandazioni standard per l’Unione Europea , Alimentazione dei lattanti e dei bambini fino a tre anni: si consiglia l’introduzione di latte vaccino solo dopo l’anno di vita, ove non sia ancora in corso l’allattamento materno, con un limite massimo di assunzione di 400 ml al giorno, per evitare un’eccessiva assunzione di proteine.
