Via libera al piano straordinario di controllo, proposto dalla Commissione Europea, a seguito dello scandalo della carne equina trovata in alcune confezioni di lasagne surgelate e non dichiarata in etichetta, che è scoppiato in Inghilterra una settimana fa. La riunione straordinaria del Comitato permanente per la catena alimentare e la salute animale (Standing Committee on the food chain and animal health, SCoFCAH) ha votato a favore della Raccomandazione della Commissione europea; l’unico voto contrario è stato quello espresso dalla Delegazione italiana secondo cui la proposta della Commissione è riduttiva. 
Oltre ai test del DNA su tutti i prodotti trasformati a base di carne di manzo, stabilisce anche un numero di controlli per la ricerca di residui di fenilbutazone nelle carni equine. Il fenilbutazone è un farmaco antinfiammatorio autorizzato esclusivamente per cavalli “non da produzione alimentare”, come i cavalli sportivi. La presenza nelle carni di animali macellati per il consumo umano è indice di un trattamento illecito.
All’Italia è stato richiesto di effettuare circa 200 controlli per la ricerca di DNA equino e circa 500 controlli per la ricerca di residui di fenilbutazone”.
Il Ministero è intenzionato, però, a pianificare un numero di analisi più elevato rispetto alla Raccomandazione europea, come avviene già d’abitudine in tema di sicurezza alimentare. All’attività di controllo, iniziata in Italia già lunedì 11 febbraio, lavorano i Carabinieri del Nas e le Aziende sanitarie locali per quanto riguarda la carne equina di produzione italiana e quella oggetto di scambio tra Paesi UE, mentre la vigilanza sulla carne di importazione extracomunitaria è demandata ai Posti di ispezione frontaliera (PIF).
La Delegazione italiana, infatti, ha dichiarato riduttiva la proposta presentata dalla Commissione, in quanto non accompagnata da altre misure dissuasive e preventive nei confronti delle frodi, come ad esempio il potenziamento dei controlli in tutti gli Stati membri. Manca inoltre un provvedimento inteso a migliorare il sistema di etichettatura delle carni, che indichi per gli equini e altre specie da macello il Paese di allevamento, di macellazione e di sezionamento delle carni, in linea col sistema già in uso per i bovini.
Il Ministero della Salute ribadisce che l’Italia ha sempre sostenuto in tutte le sedi europee la necessità di fornire maggiori informazioni ai consumatori, attraverso un sistema di tracciabilità ed etichettatura sull’origine dei prodotti alimentari. “Inoltre la proposta della Commissione affida un altissimo numero di controlli all’Italia, non commisurati alle produzioni nazionali, ma sulla base del numero di equini vivi e di carni equine introdotti da altri Paesi dell’Unione. Questa impostazione è contraria ai principi della legislazione europea – scrive il Ministero in una nota – infatti le garanzie sanitarie devono essere a carico dei Paese speditori delle merci e non ricadere sul Paese di destinazione. È stato chiesto che, per la durata del programma di controllo, tutti gli animali vivi da macello commercializzati in ambito UE venissero accompagnati dall’attestazione veterinaria, che opportuni controlli erano stati condotti per escludere la presenza di fenilbutazone e di altre sostanze non ammesse. Per questi motivi l’Italia, pur confermando che rispetterà le indicazioni previste dalla Raccomandazione, non ha espresso il proprio voto favorevole – unico Paese tra i 27 – alla proposta della Commissione europea.


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