Europa: da domani riprende l’importazione di salmone biologico dalla Norvegia
Da domani riprende l’importazione nell’Unione europea dei prodotti biologici che vengono da Norvegia e Islanda, compreso il salmone bio norvegese. I prodotti biologici provenienti dai due paesi possono essere nuovamente importati in Europa e commercializzati come prodotti conformi alle norme dell’UE sulla produzione biologica a seguito dell’integrazione dei relativi regolamenti nell’accordo sullo Spazio economico europeo (SEE).
In questo modo si pone fine a un periodo di otto anni durante il quale i produttori biologici di Norvegia e Islanda si sono conformati a norme ormai superate e non più applicate all’interno della Ue. Con la decisione presa dal Comitato misto SEE le importazioni di salmone biologico prodotti e certificato in conformità alla normativa Ue potranno riprendere a partire da domani, 18 marzo. Ha detto il Commissario per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan: “Sono lieto di constatare che i nostri partner SEE hanno compreso l’importanza degli standard comuni, oltre che i benefici per i produttori e i consumatori di entrambe le parti. Le norme garantiscono parità di condizioni tra i produttori biologici dell’UE e del SEE, a loro reciproco vantaggio. La Commissione non accetterà mai che i nostri elevati standard di produzione, importazione e commercializzazione dei prodotti biologici vengano abbassati. È nostro compito assicurare la fiducia dei consumatori e garantire la credibilità del logo di produzione biologica dell’UE“.
L’UE ha adottato per la prima volta norme relative alla produzione e all’etichettatura dei prodotti biologici nel 1991, ma le ha aggiornate nel 2007, in molti casi rendendole più rigorose. Successivamente sono state introdotte norme di produzione supplementari, in particolare relative alla produzione dell’acquacoltura biologica, nel 2009. Tutte queste norme sono diventate obbligatorie per i produttori dell’UE nel gennaio 2015 e il ritardo nell’inserimento dei nuovi regolamenti nell’accordo SEE ha creato una situazione di disparità di trattamento dei produttori e degli operatori, con la conseguenza che i prodotti dell’acquacoltura provenienti da Norvegia e Islanda non potevano più essere importati e venduti come bio nell’Unione europea. L’inserimento dei nuovi regolamenti, spiegano da Bruxelles, era stato rimandato dalle autorità del SEE per le richieste di deroghe, quali l’uso di farine di pesce per l’alimentazione dei ruminanti e un certo grado di flessibilità in materia di etichettatura, che ora sono state ritirate.