Discount, Altroconsumo: prodotti low cost, molti sono di buona qualità
Spaghetti, passata di pomodoro, latte a lunga conservazione e confettura di albicocche: sono i quattro prodotti dei discount testati da Altroconsumo e messi a confronto con prodotti di marca per capire quale sia la qualità dei prodotti “low cost”. Secondo l’associazione, “molti sono di buona qualità e convincono il palato. Inoltre, non c’è alcun problema di sicurezza alimentare”.
“Abbiamo messo a confronto i prezzi medi al chilo o al litro (nel caso del latte) dei quattro prodotti scelti per il test con quelli degli stessi prodotti di marca – afferma Altroconsumo – Chi sceglie il discount in un anno spende meno della metà rispetto a chi fa la spesa nei supermercati tradizionali. E non si tratta di un risparmio da poco: rispetto alla spesa media annua di una famiglia, passare dal più economico dei supermercati al miglior discount consente un risparmio di 3.600 euro”.
E la qualità? “Nella maggior parte dei casi i prodotti low cost non hanno nulla da invidiare ai colleghi di marca”, sostiene Altroconsumo. L’impressione complessiva dei test fatti sui prodotti è stata infatti buona e non ha evidenziato problemi di sicurezza alimentare o di qualità. Negli spaghetti, ad esempio, non è stato riscontrato alcun tipo di impurità e il giudizio degli assaggiatori è stato complessivamente positivo, anche se non si raggiunge mai l’eccellenza, a differenza di alcuni spaghetti di marca. Le passate di pomodoro non hanno problemi di frodi e in media sono anche migliori di alcune passate di marca: la differenza emerge dall’assaggio (quattro hanno superato la prova con una valutazione buona, altre otto sono state meno apprezzate). Il latte a lunga conservazione costa il 40% in meno del latte uht di marca e non presenta né sostanze indesiderate né annacquamenti: quattro giudizi sono buoni, il resto promossi, non ci sono problemi di sicurezza alimentare. L’unico punto critico, afferma Altroconsumo, ha riguardato invece la confettura di albicocche: costa meno, è piaciuta abbastanza, ma nella metà dei casi testati c’è meno frutta di quella dichiarata.
era ora che anche i consumeristi si accorgessero dei discount e delle persone li frequentano per risparmiare o per far quadrare il bilancio familiare, per non pagare la pubblicità sempre più asfissiante o spese di immagine simbolo di prestigio.