I produttori di alimenti zootecnici esprimono la loro collaborazione nei confronti dell’allerta sul mais contaminato da diossina, proveniente dall’Ucraina, scattato nelle scorse settimane. “Con riferimento all’allerta nazionale attivata per la presenza di diossina in una partita di mais proveniente dall’Ucraina, la lista dei destinatari del mais importato comprende numerosi operatori: commercianti, mangimisti e allevatori. Assalzoo conferma che il settore mangimistico, in risposta all’attivazione dell’allerta, ha prontamente fornito alle Autorità competenti tutta la collaborazione necessaria ad individuare gli allevamenti a cui sono stati forniti lotti di mangime contenente il mais in oggetto”: così in una nota l’Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici.
Vale la pena ricordare la vicenda, che è stata puntualmente ricostruita da Il Fatto Alimentare: a marzo è stata scaricata nel porto di Ravenna una partita di 26 mila tonnellate di mais contaminato da diossine, arrivata dall’Ucraina e distribuita in allevamenti sparsi in tutte le regioni (tranne Sicilia, Basilicata e Sardegna); il lotto contaminato è stato scoperto durante un controllo realizzato a maggio dall’Asl di Ravenna sul mangime già confezionato; da allora è scattato l’allerta Rasff in dodici regioni; il Ministero della Salute ha diffuso un comunicato un po’ generico, dove spiegava che erano state attivate le procedure per rintracciare e bloccare il lotto, solo il 20 giugno.
Oggi Assalzoo ha confermato che il mais e i mangimi prodotti con questo mais in percentuale superiore al 32% (soglia di intervento individuata dal Ministero della Salute) ed ancora in fase di commercializzazione sono stati posti sotto sequestro in via cautelativa, in attesa degli ulteriori accertamenti. Le analisi effettuate in autocontrollo dalla sigla hanno dato esito favorevole e sono sotto il limite legale, per cui “i mangimi composti prodotti e commercializzati dai nostri associati rispettano i limiti imposti di legge e tutelano la sicurezza alimentare del consumatore”.
Prosegue la sigla: “Le analisi effettuate, nel 2013 e 2014, nell’ambito del sistema di autocontrollo aziendale a livello nazionale su partite di mais proveniente dall’Ucraina evidenziano una livello di diossina compreso tra lo 0,13 e 0,16 ng OMS PCDD/F-TEQ/Kg, ossia molto al di sotto del limite legale di 0,75. Detti risultati sono in linea anche con quelli raccolti a livello europeo dalla task force “diossina” costituita nel 2011 in seno a FEFAC (Federazione Europea dei Produttori di Alimenti Composti). Assalzoo conferma che, per quanto a propria conoscenza, le analisi effettuate sino ad ora sui prodotti di origine animale hanno dato esito favorevole, ossia risultano sotto i limiti previsti per gli alimenti ad uso umano. Sulla base di tali risultati le Autorità hanno provveduto allo sblocco di tali allevamenti”.
Ma i produttori chiedono da tempo, ricorda la sigla, che i controlli sulle materie prime importate vengano effettuati prima della nazionalizzazione e comunque prima della commercializzazione. Precisando: “In questo contesto una demonizzazione a priori dei prodotti di importazione è una polemica quanto mai fuorviante: va considerato che il sistema agroalimentare nazionale è costretto ad importare oltre il 52% di materie prime di origine vegetale in quanto la produzione nazionale non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno interno. In particolare per il mais nel 2013 è stato importato il 37,5% del nostro fabbisogno. Inutile ricordare che il mais rappresentava la cultura principe dell’agricoltura italiana per la quale nel 2005 eravamo autosufficienti, ma che da diversi anni vede un saldo negativo, con una produzione in continuo calo a causa della diminuzione delle rese ad ettaro, della rinuncia all’innovazione, della riduzione della superficie seminata, della competizione per uso energetico e della qualità igienico-sanitaria”.


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1 thought on “Diossina nel mais, Assalzoo: collaborazione dal settore dei mangimi

  1. Altro che collaborazione!! sarebbe un miracolo. I produttori di mangimi collaborano solo a parole (esperienza personale), ma vige l’abitudine della diluizione, e così le partite inquinate (rifiuti tossico-nocivi) vengono messe in commercio ugualmente. Vadano i NAS a controllare le materie prime presso i mangimifici !!

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