Cop28, Azione Contro la Fame: passi avanti ancora insufficienti (foto dalla petizione di Azione Contro la Fame)

Cop28, Azione Contro la Fame: passi avanti ancora insufficienti (foto dalla petizione di Azione Contro la Fame)

Secondo Azione Contro la Fame i passi avanti fatti dalla Cop28 sono ancora insufficienti per assicurare mezzi di sussistenza e giustizia climatica alle popolazioni più vulnerabili. L’Organizzazione ricorda, infatti, che “agire sulla crisi climatica significa anche contribuire ad invertire la rotta di una crisi alimentare globale, che vede 783 milioni di persone lottare contro la fame ogni giorno”.

“La COP28 – scrive Azione Contro la Fame in una nota – è stata un’occasione per assumere impegni concreti, che potessero – direttamente o indirettamente – contribuire a contrastare fame e malnutrizione nel mondo. Vale la pena chiedersi se, dopo due settimane trascorse tra negoziazioni e colpi di scena, questa occasione sia stata effettivamente colta”.

“Nonostante i passi avanti compiuti a Dubai verso l’abbandono dell’uso dei combustibili fossili e verso una giustizia climatica a sostegno dei Paesi più colpiti da una crisi che non hanno contribuito a causare, i risultati di questa COP sono ancora insufficienti – dichiara Simone Garroni, direttore di Azione contro la Fame –. Accogliamo con favore i progressi fatti, ma questi non bastano per fermare il riscaldamento climatico, né per garantire il diritto al cibo per le popolazioni più vulnerabili, non supportate da un’adeguata finanza climatica da parte dei Paesi responsabili dell’inquinamento globale”.

Cop28, il parere di Azione Contro la Fame

Azione Contro la Fame riconosce che le dichiarazioni adottate dai Capi di Stato sull’alimentazione e l’agricoltura, su clima e salute, e su soccorso, ripresa e pace hanno affrontato alcuni degli argomenti chiave inclusi nelle richieste avanzate nella lettera appello al Governo italiano in vista della COP28, tra cui un maggior accesso ai finanziamenti climatici da parte delle comunità colpite, una transizione verso sistemi agroalimentari sostenibili, e la garanzia di accesso ad acqua pulita e servizi igienico sanitari.

Tuttavia Garroni sottolinea che “queste dichiarazioni non sono vincolanti, quindi non impongono obblighi agli Stati, e non introducono nuovi obiettivi più ambiziosi di quelli già annunciati in precedenza. Non sono quindi sufficienti per affrontare gli impatti devastanti della crisi climatica sulla sicurezza alimentare e nutrizionale di milioni di persone, ma – sottolinea – è necessario dare nuovo impulso al percorso negoziale sull’agricoltura avviato dalle precedenti COP, per rendere concreta una trasformazione equa e sostenibile dei sistemi agroalimentari, ascoltando le voci di coloro che sono colpiti dalla fame e dall’insicurezza alimentare ed attingendo ad approcci inclusivi e trasformativi come l’agroecologia”.

Ugualmente insufficienti, secondo Azione contro la Fame, i finanziamenti promessi per il Fondo per le perdite e i danni (Loss & Damage Fund, reso operativo all’inizio dei negoziati di Dubai), incluso l’impegno preso dal Governo italiano di contribuire al Fondo con 100 milioni di euro. “Senza dimenticare che – sottolinea l’organizzazione – i leader dei Paesi del Nord globale dovranno garantire che vengano affrontati i problemi legati alla gestione di questo Fondo da parte della Banca Mondiale, e che le comunità colpite possano accedere direttamente ai finanziamenti”.

L’appello al governo italiano

Di fronte ai risultati di una COP28 “non all’altezza delle aspettative“, e in vista della Presidenza italiana del G7 a partire da gennaio 2024, Azione contro la Fame rinnova, quindi, il suo appello al governo italiano, sostenuto da più di 2.000 firmatari.

In particolare, chiede di: promuovere azioni urgenti per un maggiore e più efficace utilizzo dei finanziamenti climatici, una transizione verso sistemi agroalimentari più sostenibili e la realizzazione del diritto di tutte le persone all’acqua.


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