La contraffazione sottrae ogni anno più di un miliardo all’agroalimentare nazionale, di cui il 20 per cento “scippato” al mondo del vino. Un settore in costante crescita, in grado di muovere 4,7 miliardi di euro sui mercati esteri dove una bottiglia su cinque è “made in Italy”. E’ quanto afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito alla maxi-operazione dei Nas, che ha portato all’arresto di 13 persone con l’accusa di frode e adulterazione di vini Doc e Igt, una truffa del valore di oltre 10 milioni di euro.
A finire nel mirino di falsi e tarocchi, infatti, sono sempre più spesso i prodotti di qualità regolamentata, come le denominazioni di origine -spiega la Cia- che dovrebbero offrire un’assoluta garanzia di sicurezza alimentare, criterio al primo posto nelle scelte di consumo per otto italiani su dieci. Casi come questo rendono sempre più urgente -afferma la Cia- usare “tolleranza zero” nei confronti degli autori delle truffe e degli “inganni a tavola”, che non solo danneggiano i consumatori ma minano la credibilità dell’intero sistema agroalimentare nazionale. Tanto più che il nostro Paese conta 521 vini a denominazione d’origine. Una realtà costituita da 330 Doc, 118 Igt e 73 Docg.
 


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