L’Unione Nazionale Consumatori ha lanciato un sondaggio sul sito www.consumatori.it, su Facebook e su Twitter (segui #bloccoiltarocco) al fine di indagare il rapporto consumatori-contraffazione. Il tema non è stato scelto a caso: la sesta edizione del “Premio Vincenzo Dona” che si terrà il prossimo 22 novembre sarà dedicata proprio al tema della contraffazione“Le più recenti stime diffuse sul fenomeno -afferma Massimiliano Dona, Segretario generale dell’UNC- evidenziano come il ‘mercato del falso’ non conosca crisi e, anzi, nell’era digitale, abbia ormai invaso la Rete”.
“Ma i consumatori sanno sempre distinguere un prodotto originale da uno ‘taroccato’? E cos’è che li spinge ad acquistare beni contraffatti? E’ proprio per dare una risposta a queste domande -spiega il Segretario generale dell’UNC- che nasce il sondaggio”.


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1 thought on “Cosa pensi della contraffazione? Rispondi al sondaggio di UNC

  1. La contraffazione è uno dei peggiori mali del mercato attuale, in Italia ed all’estero. Ma non è da meno la contraffazione strisciante e spudorata, con caratteristiche di vera concorrenza sleale, dei marchi GDO che apettano che un prodotto di marca , che ha richiesto ricerca, investimenti e sacrifici alle aziende serie,abbia successo, per copiarlo, farlo produrre ad aziende prese per il collo a prezzi stracciati senza solide garanzie e senza futuro, se non sottostanno alle condizioni impostegli. Non è poi vero che la qualità intrinseca sia sempre alla pari dei prodotti di marca. Alla fine non sarà un gran vantaggio per i consumatori, e tantomeno per i posti di lavoro e per la possibilità delle aziende serie capaci di dare garanzie, di fare ricerca e sviluppo. Un po’ come i prodotti fatti in Cina: producono utili immediati spostati dove non c’è professionalità, mai reinvestiti e reinvestibili in sicurezza e sviluppo. Qualcuno dovrebbe intervenire su un fenomeno distorsivo del mercato e della produzione. Dovrebbero saperlo le associazioni consumeristiche edi sindacati, che invece colpevolmente tacciono, pensando forse che la GDO, di qualsiasi colore “li rappresenti”

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