contraffazione online e reati finanziari

Contraffazione online e reati finanziari: un fenomeno in crescita (fonte immagine: Pixabay)

Crescente convergenza tra contraffazione online, reati finanziari e cybercrime; crescita dei domini fraudolenti e dei furti di identità di venditori e acquirenti online; necessità di un approccio integrato pubblico-privato per contrastare l’evoluzione di questi fenomeni criminali: sono stati questi i temi al centro della conferenza finale del progetto FATA – From Awareness To Action, tenutasi ieri presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, e trasmessa online.

Alla conferenza hanno partecipato esperti di Transcrime – Università Cattolica del Sacro Cuore, Ministero dell’Interno – Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio Analisi Criminale, Europol, Ministero dello Sviluppo Economico, Guardia di Finanza, Amazon – Counterfeit Crimes Unit, Associazione Bancaria Italiana – ABI Lab e Police Intellectual Property Crime Unit – City of London Police.

Contraffazione online, alcuni dati

I dati e i casi studio presentati durante l’incontro aiutano a comprendere meglio l’evoluzione della contraffazione online.

Secondo quanto emerso dal Rapporto finale, cresce il legame tra vendita online di prodotti contraffatti, reati finanziari (come le frodi nei metodi di pagamento) e reati cyber. In crescita anche il furto di credenziali ed account sulle piattaforme online, ad esempio attraverso schemi di Account Takeover (+347% tra 2018 e 2019 secondo TransUnion 2020).

Aumentano le frodi nei metodi di pagamento, la diffusione di malware e il furto d’identità tramite tecniche di phishing oppure e-skimming, come rilevato anche da una recente analisi dell’EUIPO (2021), in cui circa il 49% di 1000 domini web fraudolenti analizzati, relativi a 20 titolari di diritti di proprietà intellettuale, veniva utilizzato non solo per vendere prodotti contraffatti ma anche per sottrarre dati di pagamento e di navigazione degli utenti.

Il mercato parallelo delle Sneakers (Fonte: progetto FATA)
Il mercato parallelo delle Sneakers (Fonte: progetto FATA)

Inoltre, soprattutto in seguito all’emergenza COVID-19, crescono anche le campagne pubblicitarie fraudolente sulle app di messaggistica e sui social media per la vendita di prodotti contraffatti (Europol 2021). Ad esempio, nel 2019 è stato registrato un aumento del 171% – rispetto al 2016 – degli account Instagram utilizzati per vendere prodotti contraffatti (Stroppa et al. 2019), che pubblicizzano link esterni a siti web proprietari che, ancora una volta, vengono utilizzati per la diffusione di malware.

In questo contesto diventa sempre più centrale la presenza di influencer che promuovono prodotti contraffatti, soprattutto su social media e app di messaggistica, fungendo da intermediari per i produttori di questi beni.

Le indagini

Sono numerose le indagini a livello nazionale ed internazionale, presentate nel corso dell’incontro e approfondite all’interno del report finale, che hanno dimostrato questi nuovi schemi criminali e modi operandi: come l’operazione Right Time della Guardia di Finanza, che ha rivelato l’uso di società di comodo create per occultare la vendita online di orologi contraffatti; oppure Bologna Luxury, in cui una giovane influencer faceva da tramite su social media tra produttori di beni contraffatti in Cina e consumatori finali in Italia; o anche Pinar, coordinata da Europol, che ha fatto luce sui metodi avanzati di riciclaggio usati per ripulire i proventi da un’organizzazione dedita alla vendita di prodotti contraffatti.

Al centro della conferenza finale anche le misure da adottare per prevenire e contrastare l’evoluzione del fenomeno.

“A cominciare da una più forte collaborazione pubblico-privata, che porti a dialogare insieme attori pubblici e privati attivi nell’anti-contraffazione con quelli attivi in ambito anti-riciclaggio (es. Unità di Intelligence Finanziarie, banche, altri soggetti obbligati) o di cybersicurezza – spiegano i promotori del progetto -. Oppure l’adozione di modelli e strumenti evoluti per l’early detection di venditori fraudolenti e società di comodo, alla costituzione di unità di eccellenza nel settore privato, come la Counterfeit Crimes Unit di Amazon che collabora proficuamente con forze dell’ordine e istituzioni in tutto il mondo”.


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