Non c’è solo il minestrone preparato all’ultimo minuto per salvare la cena. Non c’è più la busta di patate surgelate aperte e messe a friggere. I surgelati conquistano le tavole degli italiani, che li premiano perché permettono di risparmiare tempo, di contenere gli sprechi alimentari e di rispondere alle nuove esigenze di consumo modulate sulla diffusione di prodotti bio, veg e “senza”. I dati dell’Istituto italiano alimenti surgelati (IIAS) dicono che nei primi otto mesi di quest’anno crescono del 2,9% i consumi di prodotti surgelati. A trainare il comparto sono vegetali (più 4,1%), ittico (più 4,4%), pizze e snack (più 4,5%).

Il “Rapporto annuale sui consumi dei prodotti surgelati in Italia” dice che, dopo un 2016 stabile a più 0,1% i consumi dei cibi surgelati hanno ripreso a crescere, superando nei primi otto mesi del 2017 il trend del settore alimentare generale. Gli italiani consumano 13,69 kg l’anno di surgelati procapite. Le ragioni del successo? Per l’Istituto alimenti surgelati, stanno nell’innovazione (ogni anno c’è un 30% di prodotti nuovi), nell’attenzione ai nuovi trend alimentari, specialmente quelli vegani e “free from” che stanno conquistando anche il freezer, e nella fiducia accordata dagli italiani che considerano i surgelati i veri “freschi” perché mantengono valore nutritivo e proprietà organolettiche nel tempo.

Nel dettaglio, sono state sono state circa  328.149 le tonnellate di alimenti surgelati acquistate nei primi 8 mesi dell’anno, con picchi fra i vegetali, l’ittico, le pizze e gli  snack . Dalla fotografia scattata da IIAS,  i  surgelati sembrano aver conquistato un ruolo centrale nelle scelte di consumo degli italiani, che li identificano come “autentici interpreti della modernità alimentare”. La decrescita si era fermata già l’anno scorso. “Già nel 2016 il settore dei surgelati aveva segnato un andamento migliore rispetto a quello dell’alimentare in generale, che si era fermato a un – 0,5%. Nei primi mesi di quest’anno le cose stanno andando ancora meglio e la tenuta positiva del comparto – afferma  Vittorio  Gagliardi, presidente dell’IIAS – che èstata costante anche durante i precedenti anni di profonda crisi economica,  ha fatto di questi prodotti non più degli alimenti  ‘emergenziali’, ma dei veri coprotagonisti della dieta degli italiani. Questo, sicuramente, grazie alla capacità di innovare tipica di questo settore, che ogni anno in media fa contare un 30% in più di nuovi prodotti sul mercato. Ma anche grazie  alla qualità organolettica dei prodotti, alla disponibilità in ogni stagione, alla velocità di preparazione, alla valenze nutrizionali, a una etichettatura precisa e trasparente, nonché a una lunga durata nel freezer di casa: plus che ne fanno  prodotti ideali per la dieta di tutti i giorni”.  

Nel 2016, il consumo procapite di prodotti surgelati in Italia è stato pari a 13,69 kg (contro i 13,55 del 2015, +1%). I vegetali sono il segmento più amato: nel 2016 ne  sono state consumate complessivamente , tra  retail e food service , 395.500 tonnellate (+0,6% vs. 2015) mentre nei  primi 8 mesi del 2017, complice anche l’esplosione di  nuove tendenze alimentari come il biologico o il forte incremento di vegetariani e vegani, la crescita, nel solo canale retail, ha già toccato quota +4,1% (con un +7,8% per le zuppe e i minestroni ricettati). Bene anche il settore ittico, che nel 2016 ha visto il consumo di oltre 100 mila tonnellate, mentre da gennaio ad agosto 2017 nel solo retail ne sono state consumate quasi 62 mila tonnellate, a riprova – dice l’Istituto – dell’accentuata propensione degli italiani a ridurre il consumo di carne (soprattutto nelle preparazioni surgelate), prediligendo spesso il pesce al naturale, panato, pastellato, in bastoncini. Segnali positivi anche per pizze e snack: circa  89.600 sono state  le tonnellate consumate, tra  retail e food service, nel 2016 (+4,2% rispetto  al 2015), in crescita  anchenel 2017 (+4,6% nel solo retail). Nel 2017 aumentano anche i dessert (+4,5% vs. 2016)  e la frutta surgelata (+27,1% vs. 2016) mentre inizia una lenta ripresa per i piatti ricettati (+ 0,5%). In controtendenza vanno il settore delle patate, fritte ed elaborate, che rappresenta il 17% del totale dei surgelati e diminuisce dell’1,2%, come pure i prodotti a base di carne e le paste semilavorate.

Gli italiani scelgono i surgelati per motivi molto vari, non tutti e non solo legati al risparmio di tempo. Secondo dati Nielsen, più della metà dei connazionali identifica i surgelati come veri prodotti “freschi”, perché mantengono al meglio il  valore nutritivo e le proprietà organolettiche nel tempo. 1 italiano su 3 li predilige per il risparmio di tempo e di sforzi in cucina, mentre circa il  10% ne apprezza l’aspetto più ecologico: il surgelato è visto, insomma, come “cibo anti-spreco”. I surgelati riescono inoltre a rispondere a nuovi stili di vita, dice l’IIAS, perché portano sugli scaffali prodotti che interpretano le nuove tendenze alimentari legate all’aumento dei consumi di prodotti biologici, vegani e senza glutine e lattosio.

 

Notizia pubblicata il 25/10/2017 ore 17.33


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