Consumi delle famiglie, risparmi in esaurimento. MDC: si rischia “vulnerabilità finanziaria senza precedenti”
I consumi delle famiglie scendono in termini reali. Si risparmia anche sul cibo. Allarme MDC: “Inaccettabile che le famiglie italiane debbano scegliere se mettere un piatto in tavola o pagare le bollette”
“Le famiglie stanno esaurendo i propri risparmi per far fronte alle spese quotidiane, una spirale pericolosa che rischia di portare a una vulnerabilità finanziaria senza precedenti”. Non solo intaccano i risparmi, ma nella spirale inflazionistica degli ultimi anni sono cadute anche quelle spese che si considerano incomprimibili o che, comunque, sono spesso (forse meglio dire, erano) le ultime a essere intaccate: quelle per il cibo. Così i dati diffusi ieri dall’Istat, con le rinunce delle famiglie costrette a tagliare anche sulla spesa alimentare, riducendo quantità e qualità, allarmano le associazioni dei consumatori.
Sono dati choc, afferma il Movimento Difesa del Cittadino, quelli dell’Istat sulla spesa delle famiglie nel 2023. Apparentemente in aumento del 4,3%, in realtà sconta l’impatto dell’inflazione alle stelle che sta erodendo il potere d’acquisto delle famiglie e causando una diminuzione reale dell’1,5%.
Cittadini obbligati a rinunce su beni di prima necessità
«Questi dati dell’Istat sono un campanello d’allarme che non possiamo ignorare – ha detto Francesco Luongo, portavoce di MDC – È inaccettabile che nel 2023 le famiglie italiane debbano scegliere se mettere un piatto in tavola o pagare le bollette. Va posto un argine all’aumento dei prezzi dei beni alimentari che prosegue nel silenzio di chi dovrebbe vigilare. Chiediamo un intervento immediato e deciso da parte delle istituzioni per fermare questa emorragia dalle tasche degli italiani».
La riduzione del potere d’acquisto, ricorda MDC, colpisce indistintamente sia le famiglie meno abbienti (-1,6%) che quelle più abbienti (-1,7%). Particolarmente inquietante è l’aumento delle famiglie che tagliano sulla spesa alimentare. Nel 2023, ben il 31,5% ha dichiarato di aver limitato la quantità e/o la qualità del cibo acquistato, un dato in crescita rispetto al 29,5% del 2022.
“Questo trend allarmante rivela come sempre più cittadini siano obbligati a fare rinunce su beni di prima necessità, con gravi ripercussioni sulla salute e sul benessere – denuncia l’associazione – La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è crollata al 6,3%, rispetto al 7,8% del 2022 e all’8,0% del 2019 pre-pandemia”.