“Possiamo davvero credere che un nome che evoca salubrità, unito a un tappo e un’etichetta verde, rendano la Coca Cola un prodotto naturale?” Questa la provocazione di Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, in merito al lancio, per il momento circoscritto all’Argentina, del prodotto “Coca Cola Life”, presentato dal colosso americano come la versione naturale del prodotto originale.
Partendo dal nome fino ad arrivare al packaging del prodotto, la multinazionale Coca Cola si propone di cavalcare l’ “onda green” di questi tempi – scrive l’Associazione – E a noi sembra solo un’abile strategia di marketing per ottenere più facilmente il favore dei consumatori, perché la Coca Cola Life resta una miscela di sostanze chimiche (naturali o di sintesi) priva di nutrienti per l’organismo”.
Ma qual è la differenza con la Coca Cola tradizionale? Parte dello zucchero viene sostituito dal dolcificante stevia che non ha potere calorico e che viene estratto da una pianta che cresce nel Sud America. Trattandosi di un prodotto con una capacità dolcificante di circa 200 volte superiore a quella del normale zucchero, è sufficiente aggiungerne piccole quantità. Anche perché non si può eccedere, visto che la dose accettabile giornaliera di stevia stabilita dall’EFSA è di 4 mg al giorno per kg di peso corporeo: in pratica, una persona che pesa 60 kg non ne dovrebbe ingerire più di 240 mg al giorno con il complesso degli alimenti. “Considerato che la stevia non ha valore nutrizionale e che la presenza di zucchero è fortemente ridotta, la Coca Cola Life non apporta sostanziali benefici dal punto di vista alimentare – conclude Dona – L’unico vero costituente è infatti l’acqua: ma allora piuttosto che assumere bibite colorate, non sarebbe più green bere un semplice, naturale ed economico  bicchiere d’acqua?”


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