Cibi ritirati, 7 grandi supermercati pubblicano nomi grazie al Fattoalimentare.it
Buone notizie dal settore alimentare: 7 grandi catene di supermercati (Coop, Conad Auchan, Carrefour, Simply, Lidl, Billa, Eurospin) più altre catene minori come Sogegross in Liguria e Gros Cidac in Valle d’Aosta hanno deciso di pubblicare sui loro siti le notizie sui prodotti ritirati dagli scaffali. E’ una vittoria ottenuta grazie alla petizione lanciata su Change.org dal Fattoalimentare.it che invitava le catene dei supermercati e il Ministero della salute a pubblicizzare la lista e le foto prodotti alimentari ritirati dagli scaffali e richiamati.
“La decisione dei supermercati è importante perché risulta in sinergia con lo spirito del legislatore che, nei casi di allerta alimentare, invita i gestori dei punti vendita a ritirare il prodotto dagli scaffali e ad informare i clienti nei modo migliore possibile – scrive il Fattoalimentare.it – A questo punto aspettiamo un riscontro anche da Esselunga, che resta l’unica catena decisa a non pubblicare in rete le campagne di richiamo”.
Un ringraziamento va anche alle 10 mila persone che hanno aderito alla petizione. Per ora ancora nessuna mossa da parte del Ministero della salute che continua con la sua politica di dare spazio sotanto ai casi gravi, come quello dei frutti di bosco contaminati da Epatite A e del pesto al botulino.
Corretta l’impostazione del Ministero della Salute, ed in perfetto accordo con il Regolamento CE 882 che prevede che le azioni messe in campo, e giudicate dagli OSA in sintonia con gli Organi Sanitari Ufficiali secondo i più avanzati criteri di gestione del rischio (HACCP), nei casi di allerta su “prodotti che rappresentino “REALE ed IMMEDIATO PERICOLO per la salute del consumatore” debbano essere “COMMISURATE ALLA GRAVITA’ DELLA SITUAZIONE”. Quindi ha senso la pubblicazione degli elenchi SOLTANTO quando un prodotto “fonte di reale immediato pericolo per la salute” (forte tossicità come ad es. per Listeria e Botulino) sia già arrivato in casa dei consumatori.
Negli altri casi, specie se a pericolosità trascurabile (livelli al limite, ma sicuramente lontani dai limiti di tossicità ed ancora in via di accertamento) o a distribuzione finale non avvenuta, la pubblicazione degli elenchi è solo dannosa per la fiducia dei consumatori oltre che per l’immagine di aziende meritevoli di aver provveduto al ritiro di prodotti difettosi o con dubbio di difetto. Se non in caso di reale ed immediato pericolo, la pubblicazione serve solo a creare confusione, specie in Italia dove i media hanno la deprecabile abitudine di trasformare in scandalo comportamenti aziendali corretti, e al contrario virtuosi, e procurare danni irreparabili alla fiducia dei consumatori ed all’economia.