Caro pasta, l’annuncio: i prezzi scenderanno. Codacons: esposto all’Antitrust
Dal campo alla tavola sulla pasta ci sono ricarichi superiori al 570%. Il Codacons presenta un esposto all’Antitrust. Il Ministro Urso anticipa: “I prezzi torneranno a essere più bassi nelle prossime settimane”
Dal campo alla tavola i ricarichi sulla pasta superano il 570%. Così, mentre si attende l’esito della convocazione presso Mister Prezzi, il Codacons annuncia che dopo la Commissione di allerta rapida “anche Antitrust e il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste dovranno indagare sul fenomeno del caro-pasta, dove i ricarichi dei prezzi dal campo alla tavola superano quota +570%”.
Il Codacons ha infatti inviato oggi un esposto all’Autorità per la concorrenza e all’ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, istituito presso il Masaf) chiedendo di indagare sulle anomalie che si registrano in Italia sul fronte dei listini al dettaglio della pasta.
Caro pasta e prezzi al rialzo
«Il grano duro per la pasta viene pagato in Italia circa 36 centesimi al chilo ad un valore che non copre i costi di produzione ed è inferiore di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo scorso anno, mentre il prezzo della pasta è aumentato il doppio dell’inflazione – scrive il Codacons nell’esposto – Una distorsione che appare chiara anche dall’andamento dei prezzi medi al consumo che secondo l’Osservatorio del Ministero del Made in Italy variano per la pasta da 2,3 euro al chilo di Milano ai 2,2 euro al chilo di Roma, dai 1,85 di Napoli ai 1,49 euro al chilo di Palermo, mentre le quotazioni del grano sono pressoché uniformi lungo tutta la Penisola».
L’associazione denuncia che l’aumento dei prezzi della pasta è un fenomeno “ingiustificato” e rischia di mettere a repentaglio l’equilibrio del mercato a danno di consumatori e produttori. Chiede dunque all’Antitrust di accertare “ai sensi della legge 287/1990 e del TFUE art. 101” se “il fenomeno speculativo descritto possa essere il risultato di una intesa tra le imprese produttrici in danno al mercato e ai consumatori finali, e All’ICQRF di accertare se la condotta descritta violi le disposizioni di cui agli articoli 3, 4 e 5 del d.lgs 198/2021, elevando le relative sanzioni in caso di accertati illeciti”.
Urso: i prezzi torneranno a essere più bassi
Nel frattempo, sui prezzi della pasta, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha assicurato che “nelle prossime settimane torneranno a essere più bassi”. Molte imprese, ha detto, hanno chiarito che l’aumento dei prezzi è temporaneo. “Posso dire che già le prime risposte ci sono state e sono positive, perché da quando abbiamo convocato il tavolo molte imprese hanno chiarito che questo aumento era ed è temporaneo – ha detto Urso ha chiosato a margine dell’assemblea di Federacciai – L’aumento era dovuto a loro avviso all’aumento delle materie prime e dell’energia dello scorso anno, essendo la pasta in commercio attualmente prodotta nei mesi scorsi. Quindi i prezzi torneranno a essere più bassi nelle prossime settimane. Ecco, io credo che già il primo effetto c’è stato, abbiamo capito, abbiamo compreso e i consumatori sanno che l’aumento è dovuto allo smaltimento di scorte prodotte quando i costi erano superiori e che ora torneranno a essere bassi, come è giusto che sia. Ancora più bassi perché il costo delle materie prime è sceso molto” (Fonte: Today.it).
Assoutenti: dopo la nostra denuncia qualcosa si muove
Nel frattempo è convocata per oggi la Commissione di allerta rapida sui prezzi, che esaminerà anche il dossier sul caro-pasta realizzato da Assoutenti. “Chiederemo al Garante – ha detto il presidente dell’associazione Furio Truzzi – di estendere le indagini anche ad altri alimenti che stanno registrando rincari record, come riso, pane, latte e derivati, nella speranza che anche su altri prodotti si possa arrivare a corpose riduzioni dei listini”.
«Siamo lieti di constatare come, dopo le nostre denunce e l’intervento del Mimit con la convocazione della Commissione di allerta rapida sui prezzi, qualcosa si muova sul fronte del caro-pasta», ha detto ieri Truzzi a commento delle parole del Ministro.
«Siamo sulla strada giusta, e siamo lieti di apprendere che il trend dei rincari sta per invertire la rotta – ha aggiunto Truzzi – Al tempo stesso chiediamo però che la riduzione dei listini sia duratura e sostanziosa, e che non si abbassi la guardia sul fenomeno degli aumenti e delle speculazioni che stanno danneggiando milioni di famiglie italiane. In tale direzione proseguiremo la nostra attività di vigilanza sui prezzi, pronti a denunciare qualsiasi anomalia o rincaro ingiustificato».
«Oggi i prezzi al dettaglio della pasta subiscono ricarichi dal campo alla tavola fino al +578%, con il grano duro che viene pagato in Italia circa 36 centesimi al chilo mentre al dettaglio un pacco di spaghetti, penne o fusilli arriva a costare in alcune città sopra i 2,40 euro al chilo», spiega ancora Truzzi.