
Cage-free, mancano all’appello grandi marchi come Amadori, Granarolo e La Piadineria (foto Pixabay)
Cage-free, mancano all’appello grandi marchi come Amadori, Granarolo e La Piadineria
Migliaia di aziende in tutto il mondo hanno deciso di prendere ufficialmente le distanze dalla pratica degli allevamenti in gabbia per le galline ovaiole. Ma diversi grandi marchi non hanno risposto all’appello
Oltre 150 aziende in Italia hanno un impegno cage-free, ma mancano all’appello grandi marchi come Amadori, Granarolo e La Piadineria: questa la denuncia di Animal Equality Italia.
“A differenza della decisione presa da oltre 150 aziende che operano in Italia di pubblicare un impegno a non rifornirsi di uova provenienti da allevamenti di galline rinchiuse in gabbia, riportando anche pubblicamente i progressi fatti finora per completare la transizione, catene come La Piadineria e Fratelli La Bufala non hanno ancora assunto un impegno pubblico sul loro sito”, afferma l’organizzazione animalista.
Ma non hanno risposto all’appello degli animalisti anche altri grandi marchi. “Per quanto riguarda i produttori, Eurovo, Sabbatani e Coccodì hanno assunto un impegno fondamentale a effettuare una transizione a sistemi senza gabbie – afferma Animal Equality Italia – al contrario di Gruppo Veronesi (che comprende AIA), Amadori, Ovofast, Cascina Italia e Parmovo. Anche l’azienda Granarolo sul sito non dispone di un impegno relativo alle uova con il proprio marchio“.
Non solo, “tra le aziende c’è anche chi ha rimosso la policy cage-free – denuncia ancora l’organizzazione animalista – rischiando così di non mantenere l’impegno preso: è il caso di Dussmann Italia, azienda leader nel settore della ristorazione collettiva e dei servizi integrati”.
Cage-free, i consumatori chiedono più tutele per il benessere animale
All’interno delle gabbie, le galline hanno a disposizione uno spazio vitale pari a quello di un foglio A4. Senza possibilità di esprimere alcun tipo di comportamento naturale, le galline sono costrette a vivere stipate insieme agli altri animali affrontando sofferenze estreme.
“I consumatori vogliono vedere la fine delle gabbie e le aziende hanno la possibilità di avere un impatto concreto sulla vita di milioni di animali coinvolti nelle filiere”, dichiara Ombretta Alessandrini, responsabile delle campagne di Animal Equality Italia.
Secondo l’ultimo Eurobarometro promosso dalla Commissione Ue nel 2023, in Italia il 90% degli intervistati ritiene che tutelare il benessere degli animali allevati sia importante. L’attenzione dei consumatori riguarda in particolare il benessere delle galline ovaiole, ritenuto insufficiente dal 47% degli intervistati. La stessa percentuale dichiara, inoltre, di essere disposta a pagare di più per prodotti provenienti da sistemi di allevamento maggiormente rispettosi del benessere animale.
