Agromafie, Coldiretti: business di 14 mld nel 2013
Circa 14 miliardi di euro nel 2013. E’ questo il business dell’agromafia italiana secondo Coldiretti che, commentando l’arresto dell’imprenditore caseario Giuseppe Mandara da parte della Dia di Napoli in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta dei pm Milita e Maresca della Dda con l’accusa di aver costruito il suo ‘impero’ economico grazie anche alle collusioni con il clan La Torre, sostiene: “La criminalità organizzata trova terreno fertile proprio nel tessuto economico indebolito dalla crisi”.
Un grave episodio che – sottolinea la Coldiretti – rischia di compromettere ulteriormente l’immagine di un prodotto come la mozzarella di bufala campana Dop che sviluppa un fatturato di oltre 435 milioni di euro dei quali 71 milioni realizzati grazie alle esportazioni in tutto il mondo e garantisce lavoro a 1500 allevamenti.
L’agricoltura e l’alimentare sono considerate aree prioritarie di investimento dalla malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché del cibo, anche in tempi di difficoltà, nessuno potrà fare a meno, ma soprattutto perché consente di infiltrarsi in modo capillare la società civile e condizionare la via quotidiana della persone in termini economici e salutistici.
Proprio per contrastare questi fenomeni la Coldiretti ha promosso la Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” con il procuratore Giancarlo Caselli alla guida del Comitato Scientifico della Fondazione, mentre il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ne è il presidente.
Fosse solo il latte di bufala sarebbe bellissimo, il problema è dove la mafia non attinge potremmo fare festa. Si pensi ad esempio alla raccolta dei rifiuti, alla differenziata, alla costruzione dei termovalorizzatori. La lista sarebbe troppo lunga per non considerare quanto la piovra abbia le mani lunghe. Ha otto tentacoli. Guardiamo il settore degli appalti sia pubblici che privati. La vendita all’ingrosso del pesce spada e del tonno in Sicilia, le corse dei cavalli,i video poker. Quante mani ha la mafia. Le società gestite da teste di legno i cui proventi riciclati vanno per loro. Si può parlare delle miriadi di contributi sia regionali, nazionali che in ambito europeo che vengono elargite, spesso per lavori inesistenti, ripristino colture ma che di fatto vanno a finire quasi sempre in mani sbagliate. Di economie si tratta, tutto sembra apparentemente regolare e normale. Quanti miliardi legati all’economia, non stiamo quindi parlando di reati che finiscono in mano alla mafia come il traffico di sostanze stupefacenti, ma solo di cose attività apparentemente lecite. Questo è grave.