Tamponi rapidi, quanto costano e dove si può fare il test? L’indagine di Altroconsumo
Secondo l’indagine di Altroconsumo, realizzata in 6 Regioni, il costo medio dei tamponi rapidi è di 38 euro, si va da un minimo di 22 euro a un massimo di 65 euro. In alcune Regioni si possono fare, oltre che nei laboratori privati, anche in farmacia
Le feste natalizie sono alle porte e tanti sono alla ricerca dei tamponi rapidi antigenici per potersi riunire con più tranquillità. Ma quanto costa farli e dove si possono prenotare?
Secondo un’indagine di Altroconsumo, realizzata su 110 strutture nelle regioni Campania, Emilia Romagna, Lazio; Lombardia, Piemonte, Veneto, il costo medio del tampone è di 38 euro, ma la forbice dei costi è molto ampia e va da un minimo di 22 euro a un massimo di 65 euro.
La regione dove il tampone rapido costa meno è il Lazio, che ha stabilito un prezzo massimo di 22 euro. Non tutti però lo rispettano – spiega Altroconsumo. Infatti in alcune strutture contattate è stato chiesto molto di più (fino a 50 euro). Mentre la regione più cara è il Piemonte, dove per fare questo test non si spende mai meno di 40 euro (con un prezzo medio di 46 euro).
Tamponi rapidi, dove si può fare il test?
Secondo le rilevazioni di Altroconsumo, in alcune regioni i tamponi rapidi per il Covid si possono fare, oltre che nei laboratori privati, anche nelle farmacie. È il caso del Lazio e del Piemonte.
Mentre in Lombardia sono stati aperti due punti “drive in” gestiti da privati nei parcheggi di Linate e Malpensa, ma non solo per i viaggiatori (al costo di 55 euro).
Per accedere è necessario fissare un appuntamento e non serve la prescrizione del medico. Ma i tempi di attesa possono variare: da una media di due giorni a tempistiche più lunghe, anche di una settimana.
Che differenza c’è tra i tamponi rapidi e quelli molecolari?
Altroconsumo ricorda che, a differenza del test molecolare, il tampone antigenico rileva la presenza del virus non tramite il suo acido nucleico (Rna) ma tramite le sue proteine (antigeni).
“Il test antigenico è meno sensibile del test molecolare – spiega l’Associazione. – Per riuscire a rilevare l’antigene del virus il campione deve contenere migliaia di particelle virali. Quindi, se la carica virale è bassa, il test potrebbe erroneamente risultare negativo”.
L’associazione ricorda, dunque, che il test è indicato: “in caso di contatto con un caso positivo, per motivi di lavoro o di viaggio, per fare screening di comunità (per esempio nelle scuole), per le persone asintomatiche che effettuano il test su base volontaria, ma non sostituisce il test molecolare, che rimane lo standard diagnostico”.