Parità di genere, la strada è ancora lunga. Il sondaggio di Adiconsum

Parità di genere, la strada è ancora lunga. Il sondaggio di Adiconsum (Foto di StartupStockPhotos da Pixabay)

Qual è la percezione dei consumatori e delle consumatrici sulla parità di genere? Per rispondere a questa domanda Adiconsum ha lanciato un sondaggio nell’ambito del progetto “Give me 5 for Gender Equality”, realizzato in collaborazione con UniCredit, all’interno del programma “Noi&UniCredit (qui i risultati completi dell’indagine).

Certo è che su questo tema la strada da percorrere è ancora lunga; infatti, nonostante le numerose iniziative e studi per promuovere la gender equality (inserito come quinto tra i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU ), siamo ben lontani dal suo raggiungimento. La Commissione europea, – ricorda Adiconsum – ha rivelato che, ad oggi, nessuno Stato membro ha realizzato la parità tra uomini e donne: i progressi sono lenti e i divari di genere persistono nel mondo del lavoro e a livello di retribuzioni, assistenza e pensioni, nelle posizioni dirigenziali e nella partecipazione alla vita politica e istituzionale. Il divario si riscontra principalmente nell’ambito del lavoro: in Europa, le donne occupate sono il 69,3%, 10,7 punti percentuali in meno rispetto a quello degli uomini.

Parità di genere, cosa ne pensano gli italiani?

Dopo ben 29.292 visualizzazioni e 51 condivisioni sono stati oltre 450 coloro che hanno partecipato al sondaggio lanciato da Adiconsum. Ecco che cosa è emerso: per il 77% dei partecipanti il termine “parità di genere” è associato alla parità salariale e alla rappresentatività femminile nei ruoli chiave di enti e aziende; la maggior parte degli intervistati, inoltre, è a conoscenza del fatto che esistono discriminazioni di prezzo in base al genere e le valutano negativamente.

Quasi il 40% ritiene che l’IVA su tamponi e altri prodotti di igiene intima non dovrebbe esistere e solo il 21% sa che, ad oggi, a quanto ammonta al 5%; il 64% dei partecipanti ritiene che nel nostro Paese il tema sia poco sentito da chi se ne dovrebbe occupare e una quota non esigua (8%) ammette di non preoccuparsene, a dimostrazione di quanto ci sia ancora molto da fare sul fronte della consapevolezza dei cittadini-consumatori in tema di parità di genere. Inoltre il 64% degli intervistati afferma di non essere in grado di individuare quali siano le imprese più attive nell’attuare politiche di parità di genere, ma che sarebbero interessati a saperlo, ed indicano l’utilizzo di un marchio di sostenibilità riconosciuto a livello mondiale come il metodo migliore per informare i cittadini-consumatori.

Infine secondo la maggior parte dei partecipanti (56%) le donne sono quasi sempre sottorappresentate nel mondo del lavoro ed in particolare nei settori edilizio, finanziario-bancario e politico.

Al termine del Sondaggio ai partecipanti è stato indicato un profilo rappresentativo del loro rapporto/interesse per il tema della gender equality. Il 42% dei partecipanti si è identificato con il profilo dello scienziatǝ, per il quale la parità di genere è una scelta razionale che parte da dati e informazioni certe e complete. Seguono artistǝ e samuraǝ. Esiguo il numero degli ignavǝ.

Il Global Gender Gap Index

Per inquadrare la situazione Adiconsum riporta anche i dati emersi dal Global Gender Gap Index e dal Gender Equality Index. Secondo il Global Gender Gap Index 2023, l’Italia occupa il 79° posto del ranking e nessun Paese raggiunge la piena parità di genere. Inoltre lo scorso 24 ottobre, l’European Institute for Gender Equality (EIGE) ha reso noto il Gender Equality Index 2023, un indice introdotto dieci anni fa considerato tutt’oggi uno degli indicatori più attendibili in tema di uguaglianza di genere nell’UE. Quest’anno il punteggio complessivo a livello europeo è pari a 70,2 su 100, registrando il maggiore incremento annuale mai raggiunto.

Tuttavia i progressi sono lenti ed eterogenei. Solo la Svezia, che comprende solo il 2% della popolazione dell’UE, si avvicina significativamente all’obiettivo di parità di genere. Paesi come Italia, Portogallo e Malta, pur avendo registrato miglioramenti significativi negli ultimi 10 anni, rimangono distanti dalla media UE. Adiconsum ricorda, inoltre, che occorre analizzare i dati con attenzione: ad esempio, la riduzione del divario di genere nelle attività di cura non retribuita appare dovuta non tanto ad un aumento del numero di uomini che svolgono questa attività, ma alla diminuzione del lavoro svolto dalle donne. Nel settore politico e aziendale, il numero di donne nei parlamenti e nei consigli di amministrazione per la prima volta in 10 anni ha raggiunto il 33%.

“Tuttavia – conclude l’associazione – c’è bisogno di ulteriori interventi mirati per accelerare il progresso”.


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