Odontoiatri, buone pratiche per ripartire in sicurezza

Odontoiatri, buone pratiche per ripartire in sicurezza

La cosiddetta “fase 2” dell’emergenza Covid-19 si avvicina e ci si prepara ad affrontare la ripartenza. Chiave di questa seconda fase “agire in sicurezza”, su tutti i fronti; dalle attività quotidiane a quelle lavorative, al settore sanitario. Su questo aspetto sono intervenuti gli odontoiatri, che, avendo a che fare con il respiro dei pazienti, segnalano una significativa esposizione al rischio di contagio e diffondono consigli e buone pratiche per garantire sicurezza ai medici e ai pazienti.

Trattamento odontoiatrico nei bambini

“Pur non essendo ancora disponibili in Italia dati certi sulla percentuale di pazienti asintomatici in età evolutiva, attenendoci a quanto riportato per gli adulti, anche nei bambini potrebbe esservi un 10% di positivi asintomatici nella popolazione pediatrica”, ha riferito la S.I.O.I. (Società Italiana di Odontoiatria Infantile).

Per questo motivo la Società ritiene indispensabile applicare anche ai bambini tutte le misure di prevenzione e igiene consigliate dalle autorità sanitarie, sia nelle zone interessate maggiormente dal contagio, sia in quelle meno a rischio, sulla base dei dati attuali.

“In odontoiatria pediatrica, dovrebbero essere evitate tutte le procedure in grado di generare aerosol, attraverso un uso minimo della siringa aria/acqua, dei manipoli rotanti e dello scaler ad ultrasuoni – spiega la S.I.O.I. – È, poi, indispensabile l’ isolamento del campo operatorio attraverso l’uso sistematico della diga di gomma, ovunque sia possibile. Per minimizzare il rischio di contagio, è fortemente raccomandato operare con l’aiuto dell’assistente e la doppia aspirazione”.

Ove possibile, l’indicazione è quella di dare la precedenza alle metodiche minimamente invasive: “la tecnica ART (Atraumatic Restorative Treatment), che può essere applicata anche in pazienti molto piccoli e poco collaboranti con lesioni cariose diffuse, per evitare di ricorrere a metodiche più complesse e meno gestibili – spiegano – e l’ozonoterapia, che può contribuire in alcuni casi al controllo della progressione delle lesioni cariose non sintomatiche, consentendo di ridurre l’uso degli strumenti rotanti che producono aerosol”.

 

Odontoiatri, buone pratiche
Odontoiatri, buone pratiche

Odontoiatri, utilizzare correttamente i DPI

Fondamentale sarà l’uso dei corretti DPI (Dispotivi di Protezione Individuale), in particolar modo per le procedure che prevedono l’uso di aerosol. La S.I.O.I. spiega che le terapie che non prevedono produzione di aerosol vanno eseguite con la protezione di almeno mascherina chirurgica e schermo protettivo per tutta l’équipe odontoiatrica, in assenza dei quali non vanno eseguite nemmeno procedure d’urgenza.

Mentre per le terapie che sviluppano aerosol, invece, è mandatorio l’uso di ulteriori DPI, mascherina FFP2 in primis. A queste misure si aggiungono le norme di decontaminazione ambientale ai fini di prevenire la trasmissione del contagio all’equipe e ad altri pazienti.

La Società consiglia, infine, di “ripensare e rivedere la programmazione quotidiana, in termini di tempi e modalità di erogazione delle cure, differenziando, ove possibile, le attività in “visite virtuali”, procedure “aerosol” e “non aerosol”, al fine di garantire la massima sicurezza di tutti ed un’ ottimizzazione dell’impegno di operatori e personale di studio”.

Società Italiana di Ortodonzia: imparare da Wuhan

Dispositivi di protezione adeguati, riprogettare gli spazi di lavoro, controllo su pazienti e operatori”, questa la ricetta per le cliniche odontoiatriche “Covid-safe” spiegata dal professor Zhuan Bian, Direttore del reparto di Stomatologia di Wuhan e Vice Presidente dell’Associazione Cinese di Stomatologia, agli oltre 700 specialisti che hanno partecipato al webinar organizzato dalla Società Italiana di Ortodonzia (SIDO) e dall’Accademia Italiana di Ortodonzia (AIDOr).

“L’allentamento delle misure anti Covid-19 è alle porte e noi ortodontisti dobbiamo farci trovare pronti – commenta il dott. Giuliano Maino, Presidente Nazionale della SIDO – È il momento di pensare alla riapertura, ma in modo che sia 100% ‘Covid-safe’ sia per i pazienti che per i professionisti. Solo ascoltando chi è già passato dall’emergenza possiamo capire come mettere in sicurezza i nostri studi e tornare a occuparci dei pazienti garantendo sia a loro che a noi la massima sicurezza”.

La SIDO è stata chiamata al tavolo della Commissione Ministeriale in Italia, per studiare linee-guida per i professionisti del settore da adottare al momento della riapertura. Il Dott. Maino ha quindi esposto le peculiarità della ortodonzia rispetto alle altre specialità odontoiatriche, sottolineando che i pazienti hanno necessità di controlli periodici.

Questi generalmente non implicano manovre che generano spray o nebulizzazioni. Pertanto possono essere fatti con sicurezza e non espongono né pazienti né operatori a rischi di particolare rilevanza – spiega – Si auspica pertanto che anche le attività del nostro settore possano riaprire, seguendo le Raccomandazioni comportamentali che verranno emanate a breve sotto l’egida del Ministero della salute”.


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