Nozze rimandate per Coronavirus, Dona (Presidente UNC) ci spiega i diritti dei futuri sposi
Nozze rimandate o disdette a causa della emergenza Coronavirus. Abbiamo intervistato Massimiliano Dona, Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: “Tutto è rinegoziabile in vista dell’emergenza Covid”
Tra tutti gli imprevisti che possono ostacolare un matrimonio il Coronavirus non era stato contemplato. Nozze rimandate, se non annullate, per molti consumatori. Ne abbiamo parlato in questo articolo osservando come la crisi economica indotta dall’emergenza Covid abbia messo in ginocchio il settore wedding e anche creato problemi a molti fidanzati in attesa di coronare il loro sogno.
Nozze rimandate per Lucia: da giugno a ottobre il matrimonio può essere diverso
Tra coloro che hanno deciso di rimandare il giorno delle nozze c’è Lucia (usiamo un nome di fantasia così come richiesto dalla consumatrice) futura sposa che si è rivolta all’Unione Nazionale Consumatori (UNC). Lucia si sarebbe dovuta sposare a fine giugno in Sicilia sulla spiaggia e il matrimonio è stato rimandato a ottobre. L’evento è organizzato in tutti suoi particolari oramai da molto tempo e le caparre sono state pagate.
I primi problemi iniziano con il ristorante: la data viene spostata ma viene subito preteso il saldo. “E’ illecita la richiesta di saldo a prescindere dalle motivazioni – spiega Massimiliano Dona, Presidente dell’UNC – E’ una richiesta che espone il consumatore all’incertezza su come sarà la cerimonia che avverrà in un diversa stagione e magari con un numero differente di ospiti”.
È evidente che gli sposi non potranno essere certi di assicurare il cd “minimo garantito” (numero minimo di persone che saranno presenti al matrimonio e che gli sposi si impegnano a pagare) alla location: in un clima di incertezza e di timore negli spostamenti molti potrebbero decidere di non partecipare all’evento. “Anche se erano state stabilite delle condizioni pre-emergenza, queste vanno ridiscusse e l’onere della rincontrattazione pesa sul fornitore”, chiarisce Dona.
L’abito da sposa, quali i diritti con nozze rimandate dall’estate all’autunno?
Il secondo problema di Lucia sorge con l’abito da sposa. Il matrimonio non è più a giugno, in pieno inizio estate ma in ottobre. L’abito scelto è secondo la futura sposa troppo leggero e informale per un matrimonio in autunno così chiede un cambio di modello. Inoltre, essendo stata fatta solo la prima prova, l’abito non è mai stato modificato. Ma il negozio si rifiuta e chiede da subito il saldo.
Sarebbe un suo diritto riavere i soldi della caparra? “L’atelier non può tenere fermo l’abito in questo caso perché la legge parla chiaro: spetta al fornitore farsi carico della eventuale impossibilità sopravvenuta. La futura sposa dal punto di vista del diritto ha tutte le possibilità di riavere indietro la caparra”.
“Tutto è rinegoziabile in vista dell’emergenza Covid. C’è poi un tema pratico che dipende dalla contrattazione tra le due parti e all’appello al buon senso e al concreto interesse del consumatore”
La location e il matrimonio nella Fase 2
La celebrazione del matrimonio in Chiesa è consentita dal 18 maggio e i ristoranti stanno riprendendo la loro attività. Il tutto nel rispetto di rigidi e doverosi protocolli di sicurezza. Inutile, dire che se il matrimonio fosse comunque celebrato sarebbe un matrimonio diverso. Ad esempio, il ristorante potrebbe decidere di posizionare i tavoli del ricevimento in una sala diversa da quella pattuita affinché possano essere rispettare le norme sul distanziamento.
Come dire un prodotto diverso da quello pattuito prima della emergenza Covid… “Il cittadino – continua Dona – può scegliere di recedere dal contratto riavendo i soldi oppure i ricevere un voucher qualora non trovasse una soluzione con la location. Potrebbe decidere di sposarsi comunque e accettare ad esempio una sala diversa ma con la possibilità di rinegoziare il contratto con il prezzo. Esistono anche molte storie positive di strutture che propongono non solo soluzioni diverse ma anche aggiuntive”.
Dopo le nozze rimandate, sarà così anche per il viaggio?
Parliamo del viaggio di nozze. Se questo fosse il regalo per gli sposi con tanto di contratto e caparra versata all’agenzia di viaggio prima della emergenza, come comportarsi? L’avvocato Dona precisa che “le agenzie di viaggio possono per legge restituire la caparra come un voucher nella speranza che presto si possa riprendere a viaggiare in tranquillità”.