Latte crudo e rischi per la salute, presentata a dicembre una proposta di legge sull’etichettatura
Una proposta di legge vuole rendere obbligatoria l’indicazione in etichetta dei potenziali rischi per la salute legati ai prodotti caseari a base di latte crudo (non pastorizzato)
Una proposta di legge presentata a Montecitorio da Lorenzo Basso (PD) e Matteo Rosso (FdI) vuole rendere obbligatoria l’indicazione in etichetta dei potenziali rischi dei prodotti caseari a base di latte crudo (non pastorizzato), con particolare riguardo ai bambini di età inferiore ai 10 anni, agli anziani e ai soggetti immunodepressi.
Come riportato da Gambero Rosso, “sarà poi un decreto specifico del ministro della Salute, di concerto coi ministri delle Imprese e dell’Agricoltura, a stabilire l’esatta dicitura, la misura, il colore e il font utilizzato, nonché il simbolo che renderà distinguibili questi prodotti, oltre alle modalità per l’esecuzione dei controlli sui prodotti in commercio, in aggiunta al regime delle sanzioni. I prodotti non conformi ai requisiti potranno essere venduti fino a esaurimento scorte, purché immessi nel mercato prima dell’entrata in vigore della legge“.
L’iniziativa legislativa – ricorda Gambero Rosso – nasce dalla drammatica vicenda di Elia Damonte, bambino di Arenzano di tre anni deceduto l’estate scorsa dopo aver sviluppato la sindrome emolitico-uremica (SEU) a causa di Escherichia coli, produttore di tossina Shiga (STEC).
Latte crudo, i rischi per la salute
Di recente sono stati segnalati anche altri casi di infezione alimentare legata al consumo di prodotti a base di latte crudo. È di pochi giorni fa una segnalazione del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (Apss) di Trento, in merito a un caso di infezione intestinale di origine alimentare in un bambino di 9 anni, ricoverato fortunatamente solo per un paio di giorni.
Come riportato da Il Fatto Alimentare, “le indagini epidemiologiche hanno individuato una probabile correlazione tra il caso e il consumo di un formaggio a latte crudo, il Puzzone di Moena. Si tratta dello stesso formaggio richiamato alla fine di novembre 2024, per la presenza di Escherichia coli STEC. L’allerta aveva coinvolto oltre 50 lotti di formaggio, tra cui quello responsabile dell’infezione che ha colpito il bambino di 9 anni”.
Il Fatto Alimentare spiega, quindi, quali sono i potenziali rischi per la salute legati al consumo di latte crudo non pastorizzato.
“Tra le conseguenze più gravi dell’infezione da Escherichia coli STEC c’è la sindrome emolitico-uremica (SEU), che colpisce soprattutto i bambini sotto i 5 anni di età. Si tratta di una patologia caratterizzata da danno renale acuto, anemia emolitica causata dalla rottura dei globuli rossi e un basso numero di piastrine nel sangue (piastrinopenia)”.
In alcuni casi la SEU può portare alla morte, come accaduto lo scorso novembre a una bambina di un anno di Cortina d’Ampezzo. In quel caso – ricorda Il Fatto Alimentare – il prodotto coinvolto era il formaggio Saporito della Val di Fassa, prodotto con latte crudo.