
Investimenti finanziari, l’Osservatorio sui prodotti finanziari e crack nel risparmio
Investimenti finanziari, l’Osservatorio sui “Prodotti finanziari e crack nel Risparmio” ha realizzato un report con l’intento di promuovere più informazione e maggiore consapevolezza nei cittadini risparmiatori
Consap sostiene di aver avviato, dal 2 ottobre, i primi rimborsi per i risparmiatori delle banche risolte ed ex popolari Venete, che avverranno sul codice Iban indicato nell’istanza. È quanto comunicato dall’Osservatorio sui “Prodotti finanziari e crack nel Risparmio“, che ha realizzato un report con l’intento di promuovere più informazione sugli investimenti finanzari e una maggiore consapevolezza nei risparmiatori.
L’Osservatorio è curato dall’Avv. Letizia Vescovini esperta di Diritto bancario e degli intermediari finanziari nonché della Presidenza di IRCAF Centro Studi aps.
Investimenti finanziari, istanze al FIR
Lo scorso 18 giugno – ricorda l’Osservatorio – è scaduto il termine per la presentazione delle istanze al FIR (Fondo Indennizzo Risparmiatori) con cui gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati delle Popolari Venete (Popolare di Vicenza e Veneto banca) e delle 4 Banche risolte (Etruria, Carife, Banca Marche e Carichieti), andranno a recuperare rispettivamente il 95% ed il 30 % del “valore medio di carico” dei suddetti strumenti finanziari.
A tale fondo potevano accedere anche gli obbligazionisti subordinati e gli azionisti che avessero acquistato tali strumenti finanziari da intermediari diversi dall’emittente. Al momento, malgrado alcune richieste – precisa l’Osservaotrio – non è prevista la proroga dei termini per presentare ulteriori istanze.
Inoltre – ricorda – è importante monitorare la e-mail indicata nell’istanza, perché potrebbero essere richieste di integrazione a cui è necessario rispondere entro 60 giorni, pena il rigetto della domanda.
Indennizzi forfettari, il FIDT riapre i termini per le istanze di integrazione
Il FIDT (Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi) a cui possono rivolgersi solo gli obbligazionisti subordinati delle 4 banche risolte (Etruria, Carife, banca Marche e Carichieti) e che hanno acquistato direttamente da queste, ha riaperto i termini per l’accettazione delle istanze di integrazione degli indennizzi forfettari.
Sino al 30 novembre 2020, potrà essere presentata la domanda di integrazione del 15% da parte degli obbligazionisti che hanno già ricevuto l’indennizzo dell’80% ai sensi dell’art. 1, comma 506 della Legge n. 145/2018. Al 25 settembre 2020 risultano pervenute 14.876 istanze, di cui 9.189 liquidate, per un ammontare complessivo di € 21.826.072 e rigettate 210.
Investimenti finanziari, Popolari Venete
Inoltre – ricorda l’Osservatorio – per chi ha investito nelle Popolari Venete è tempo di procedere nei confronti delle società di revisione per richiedere il risarcimento del danno derivante dagli inadempienti agli obblighi di cui al D.lgs. 27 gennaio 2010 n. 39, art. 14.
L’Osservatorio precisa che le società di revisione erano PricewaterhouseCoopers S.p.A. (“PWC”) per Veneto Banca e Kpmg SPA per Banca Popolare di Vicenza e, ai sensi dell’art.14 del citato decreto legislativo, erano chiamate ad esprimere con apposita relazione un giudizio sul bilancio di esercizio e su quello consolidato, nonché a verificare nel corso dell’esercizio la regolare tenuta della contabilità sociale e la corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili.
Gli azioni ed obbligazionisti subordinati di Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, infatti, hanno effettuato scelte finanziarie di investimento sulla solidità patrimoniale che risultavano in tali relazioni.
“Le società di revisione avrebbero violato i doveri di perizia, professionalità e diligenza nello svolgimento dell’attività di controllo contabile agevolando le condotte illecite di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca – spiega l’Osservatorio. – La responsabilità di PWC per quanto riguarda Veneto Banca risulterebbe peraltro confermata dalla consulenza tecnica depositata nell’ambito dell’attività istruttoria svolta nel procedimento penale avviato dalla Procura di Treviso”.
“Dalla relazione – prosegue – emerge, infatti, il ruolo determinante della società di revisione nella causazione del danno agli azionisti ed obbligazionisti, che, non segnalando la grave situazione contabile dell’Istituto, ha permesso che i risparmiatori non percepissero il reale stato di dissesto in progressivo grave peggioramento”.
