
Gli effetti della quarantena sullo stile di vita, analisi Crea
Cosa abbiamo fatto durante la quarantena? Le rilevazioni dell’Istat
Un grande spirito di adattamento accompagnato da una spiccata creatività che ha reso la quarantena meno noiosa del previsto
La quarantena a cui il Coronavirus ci ha costretti ha influito in maniera determinante sull’organizzazione del nostro tempo quotidiano, scandendo nuovi ritmi e nuove abitudini. La prima cosa ci siamo chiesti è stata “Come possiamo occupare il tempo restando in casa?”.
Dopo i primi giorni di comprensibile disorientamento per una vita a cui non eravamo di certo abituati, molti di noi hanno sfoderato un grande spirito di adattamento accompagnato da una spiccata creatività che ha reso la permanenza tra le mura domestiche meno noiosa del previsto.
A darci una fotografia di quello che abbiamo fatto durante la lunga Fase 1 è l’Istituto nazionale di statistica che ha ordinato tutte le attività che abbiam svolto più di frequente.
Il dato che emerge con evidenza è che la quasi totalità della popolazione è riuscita a dedicarsi ad attività di tempo libero (98,3%). Il 76,9% ha svolto lavoro familiare (pulizia della casa, cura dei conviventi, ecc.).
Solo il 28% è uscito per vari motivi (passeggiata, andare a lavoro, a fare la spesa). Il lavoro ha assorbito le giornate del 16,7% della popolazione, mentre lo studio ha tenuto occupato l’8%, quota
Dormire, mangiare, prendersi cura di sè
Dormire è stata tra le attività più svolte durante la quarantena: un terzo dei cittadini si è svegliato più tardi e un quinto ha aumentato le ore di sonno. Ad approfittarne sono stati soprattutto gli uomini rispetto alle donne (23% contro 17,6%), prendersela anche più comoda al risveglio (36,8% contro 30,8%).
Per quanto riguarda il consumo dei pasti, più di un cittadino su quattro (27%) ritiene di avere impiegato più tempo per fare colazione, pranzo o cena. I pasti sono diventati momenti conviviali anche nei giorni feriali a fronte della presenza della famiglia al completo più spesso che in altri periodi. Dato il maggior tempo a disposizione per consumare i pasti, si è approfittato per preparare qualche pietanza. E così, in più un quarto della popolazione ha dichiarato di aver mangiato maggiori quantità di cibo e sono soprattutto i più giovani ad averlo fatto (39,5%).
Lavarsi, pettinarsi, truccarsi, ecc. sono le altre attività quotidiane alle quali il 20% degli italiani ha dedicato più tempo: la quota è più alta tra le donne (23,6%) rispetto agli uomini (16,2%).

Il lavoro familiare
Tra le attività di lavoro familiare la preparazione dei pasti ha coinvolto il 63,6% dei cittadini (l’82,9% delle donne, il 42,9% degli uomini).
Una maggiore presenza in casa determina, da un lato, una più frequente necessità di svolgere le pulizie di routine, dall’altro, rappresenta l’occasione per dedicarsi anche a pulizie di tipo straordinario.
La pulizia della casa ha tenuto occupato più di un cittadino su due (54,4%). Anche in questo caso le differenze di genere sono molto elevate (circa 27 punti percentuali).
Rientra tra le attività di lavoro familiare anche la spesa che, come tutte le attività che richiedono uno spostamento, ha riguardato meno persone: è uscito per fare a spesa poco più di un cittadino su 10. L’assenza di differenza di genere conferma la spesa tra le attività di lavoro familiare più equamente distribuite tra uomini e donne. Come prevedibile, a causa delle regole per l’ingresso nei punti vendita e delle file che si sono formate, circa un cittadino su due ha dichiarato di avere dedicato più tempo a questa attività.
Il tempo libero in quarantena
La Tv è stata la vera regina di questa quarantena. Il 92% degli italiani l’ha considerata un indispensabile canale di aggiornamento sull’evoluzione della situazione oltre che di intrattenimento. Sono soprattutto i giovani fino a 34 anni e le persone nelle classi di età centrali ad avere visto la TV in misura maggiore rispetto al periodo precedente: 53,2% tra i 18 e i 34 anni e 50,1% tra i 35 e 54 anni.
Per sopperire alla mancanza di contatti sociale “de visu”, tre cittadini su quattro hanno curato le loro relazioni con telefonate o tramite videochiamate i propri parenti e amici.
