Check-in nelle strutture ricettive, l'identità dei viaggiatori deve essere verificata di persona

Check-in nelle strutture ricettive, l'identità dei viaggiatori deve essere verificata di persona (Foto di Jan Claus da Pixabay)

Negli ultimi anni era diventata una prassi sempre più diffusa: la struttura veniva prenotata online, e tramite app di messaggistica o portali dedicati, ospiti e gestori si scambiavano copie dei documenti d’identità e il codice di accesso alla keybox. Spesso, durante tutto il soggiorno, ospiti e proprietari non si incontravano mai di persona. Ora – spiega il Centro Europeo Consumatori Italiaquesta modalità di check-in non è più consentita.

Check-in nelle strutture ricettive, cosa prevede la normativa

In Italia la legge prevede che i gestori di esercizi alberghieri e di tutte le altre strutture ricettive, entro le 24 ore successive all’arrivo, devono comunicare alle questure territorialmente competenti, per il tramite del Servizio Alloggiati, le generalità delle persone alloggiate (fonte: https://alloggiatiweb.poliziadistato.it/PortaleAlloggiati/).

Ciò significa che per i gestori delle strutture ricettive è sicuramente obbligatorio registrare i riferimenti dei documenti di identità degli ospiti (dunque hanno diritto a prenderne visione) e trasmetterli alla questura locale. Tuttavia, non è obbligatorio fare una copia del documento. Le strutture devono solo raccogliere le informazioni necessarie per la registrazione. Le strutture ricettive devono anche garantire che i dati personali forniti dagli ospiti siano trattati in modo sicuro e in conformità con le leggi sulla protezione dei dati, come il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) per quel che riguarda l’Europa.

Nella prassi, tuttavia, “è diventato sempre più comune che le copie dei documenti venissero inviate digitalmente alle strutture, senza che fosse garantita una verifica effettiva dell’identità dell’ospite né la sicurezza dei dati personali trasmessi. La circolare del Ministero dell’Interno del 18 novembre – spiega il CEC Italia – chiarisce ora in modo definitivo che l’identificazione degli ospiti a distanza non è conforme alla normativa. È indispensabile che i gestori di qualsiasi tipo di struttura ricettiva incontrino i propri ospiti di persona, verificando che la foto sul documento d’identità corrisponda alla persona presente, e che i dati trasmessi alle questure siano corretti”.

L’obbligo si applica anche agli utenti ed alle utenti di piattaforme come HomeExchange: anche chi offre la propria abitazione in scambio per vacanze deve identificare personalmente i propri ospiti e trasmettere i dati del documento d’identità alla questura competente.

Cosa cambia per i consumatori

Se per i gestori che non rispettano le nuove regole il rischio è quello di vedersi applicate sanzioni, vi sono ripercussioni da tenere in considerazione anche per i consumatori – spiega ancora l’associazione.

Chi prenota una struttura ricettiva, in particolare una casa vacanze, deve quindi prestare maggiore attenzione agli orari di check-in indicati. Per chi arriva tardi la sera, ad esempio con un volo notturno, non è garantito l’accesso alla casa, poiché di norma le strutture di questo tipo non offrono un servizio di reception 24 ore su 24. Gli orari di check-in vengono generalmente comunicati al momento della prenotazione: è importante chiarire in anticipo se sia possibile effettuare un check-in tardivo (cd. “late check-in”) e concordarlo con il gestore, eventualmente con un costo aggiuntivo, per evitare di trovarsi di fronte a una porta chiusa.

Ma con il check-in di persona c’è un vantaggio per i consumatori: eventuali problemi o difetti dell’alloggio possono essere segnalati immediatamente e, nella migliore delle ipotesi, risolti già al momento.


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