Bonus Natale, Confesercenti: bene, ma serve detassare gli aumenti retributivi

Bonus Natale, Confesercenti: bene, ma serve detassare gli aumenti retributivi (foto Pixabay)

Saranno anticipati a dicembre i 100 euro di bonus annunciati dal vice ministro dell’Economia Maurizio Leo, destinati alle famiglie con figli e fino a 28 mila euro di redditi. Il cosiddetto “bonus befana” atteso per il 2025 diventa, quindi, “bonus Natale“.

Si tratta, riporta la Repubblica, di “una misura una tantum prevista nell’ambito della complessiva revisione della tassazione delle tredicesime. È riservata alle famiglie monoreddito con figli a carico“.

In cosa consiste il bonus Natale

In particolare – si legge su la Repubblica – il bonus Natale prevede “il riconoscimento della somma di 100 euro netti ai lavoratori dipendenti: con un reddito complessivo non superiore a 28.000 euro; con un’imposta lorda, determinata sui redditi da lavoro dipendente, superiore a quello delle detrazioni; con il coniuge (non separato) e almeno un figlio entrambi fiscalmente a carico; con almeno un figlio a carico se si tratta di genitori single”.

“Se questo testo verrà confermato – spiega – non avranno diritto ai 100 euro i lavoratori senza figli e con redditi al di sotto degli 8.500 euro annui, in quanto rientrano nella no tax area e per questo non pagano imposte”.

Confesercenti: bene il bonus, ma non basta

Confesercenti ha accolto positivamente la misura, confermata dal viceministro Maurizio Leo in questi giorni: “è una misura certamente positiva, che offre un aiuto immediato a chi è maggiormente in difficoltà e una piccola spinta alla spesa delle famiglie meno abbienti, anche se di lieve entità”.

Tuttavia – dichiara – “per promuovere una ripresa strutturale e duratura dei consumi è necessario fare di più e andare oltre gli interventi ‘spot’“.

Secondo Confesercenti uno dei nodi da sciogliere per la ripartenza della domanda interna è quello del “peso della tassazione sui redditi da lavoro dipendenti. Anche perché – spiega – dopo due anni di alta inflazione, il rischio di fiscal drag è sempre più concreto, soprattutto per i lavoratori che hanno ottenuto un aumento delle retribuzioni tale da passare ad un’aliquota IRPEF più pesante. Un drenaggio fiscale che rischia di ridurre fortemente l’impatto positivo degli aumenti retributivi sui consumi“.

“In questo quadro – conclude Confesercenti – pensiamo che l’intervento più opportuno sia una detassazione generalizzata degli aumenti salariali. Una misura di politica economica con un impatto più ampio e duraturo rispetto a bonus una tantum che, se ben calibrata, potrebbe sostenere non solo la ripresa dei consumi, ma anche la qualità della vita dei lavoratori e la produttività del sistema economico”.


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