Canone Rai, UNC: l’autocertificazione va inviata in tempo per evitare di pagare
Presupporre che ogni utente di fornitura elettrica possegga automaticamente un televisore è una scelta “sciagurata” da parte del legislatore. Questa la considerazione a caldo di Massimiliano Dona, segretario di Unione Nazionale Consumatori, dopo le notizie diffuse in questi ultimi giorni sulle modalità di pagamento del canone Rai. Ora che le modalità di pagamento sembrano finalmente essere state definite, appare chiaro che l’essere intestatari di una bolletta elettrica presuppone in automatico pagamento del primo semestre del canone, per chi non autocertifica.
“Mettiamo, quindi, in guardia il consumatore ad inviare entro il 30 aprile con raccomandata, o per via telematica entro il 10 maggio 2016, il modellino varato ieri, altrimenti perderanno 50 euro”, ha dichiarato Dona. “Chi, insomma, non avendo la tv, non farà alcuna comunicazione, scoprendo solo a luglio l’addebito non dovuto del canone, non potrà più far valere il fatto che non ha mai avuto una tv in vita sua”.
L’unica eccezione prevista sembra essere quella relativa al caso del doppio pagamento del canone quando, ad esempio, all’interno dello stesso nucleo familiare, la bolletta dell’energia elettrica della prima casa sia intestata al marito e quella della seconda casa alla moglie. Altro caso escluso è quello di un’unica casa che abbia due contatori della luce, ad esempio casa intestata alla moglie e luce del garage o della cantina intestata al marito. Anche in questo caso, se si dimenticheranno di autocertificare, si salveranno e si potrà eventualmente chiedere anche il rimborso dell’indebito prelievo in bolletta.
“Probabilmente l’Agenzia delle Entrate non aveva alternative, dovendo applicare una norma assurda, ma il passaggio dal presupposto di detenzione dell’apparecchio con inversione dell’onere della prova al prelievo forzoso automatico anche per chi, successivamente al 10 maggio, attesta che non ha mai avuto una tv in vita sua, è una forzatura legale che ci lascia perplessi. Un conto, insomma, è presupporre, un conto è che la presunzione si traduca in pagamento obbligato”, ha concluso Dona.