spiaggia

Non è una questione di temperature. A giugno il tempo non è stato clemente, ma anche le temperature africane registrate a luglio non hanno cambiato la situazione: gli stabilimenti balneari stanno facendo i conti con la crisi. Nei giorni feriali i lidi sono quasi vuoti, meglio il fine settimana, ma nel complesso c’è un calo delle presenze in tutte e 15 le regioni bagnate dal mare con percentuali che vanno dal 5 al 40%. E’ quanto sostiene Riccardo Borgo, Presidente del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari che associa circa 10.000 imprese ed aderisce alla F.I.P.E./CONFCOMMERCIO. A risentire di meno della crisi sono le località turistiche vicino ai grandi centri. Il mare, comunque, si conferma anche quest’anno la meta preferita dei vacanzieri con oltre il 60% delle preferenze, ma se spesso non si rinuncia al lettino ed all’ombrellone, (grazie anche ai prezzi invariati rispetto allo scorso anno), tutto il resto il turista se lo porta da casa, a partire dalla bottiglia d’acqua minerale e fino alla merendina per i bambini da consumarsi dopo il bagno, oltre a rinunciare a pranzare al ristorante.
 “Oggi l’immagine turistica dell’Italia dei prossimi anni corre un pericolo molto serio a causa del futuro – estremamente incerto – del nostro comparto balneare, conclude Riccardo Borgo. Su tutte le spiagge del Paese, (ad eccezione di Rimini), il 3 agosto – per protesta – gli ombrelloni resteranno chiusi fino alle ore 11.00 per dire ‘no alle aste’ delle concessioni demaniali sulle spiagge previste da una normativa comunitaria a partire dal 2016. Vogliamo dare un segnale forte al Governo perché metta in atto quei provvedimenti a salvaguardia delle 30.000 attuali aziende e degli oltre 600.000 lavoratori del settore. Domani sarà il primo appuntamento, ne seguiranno certamente altri”.


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