Pasqua salata, aumenti su alberghi e al ristorante si sceglie il “tutto compreso”
A tre giorni dalla Pasqua si continua a fare i conti in tasca agli italiani, constatando la scarsa disponibilità di soldi da spendere per viaggi, pranzi o svaghi. Sarà una Pasqua sobria, insomma, e non per nostra volontà. In calo la presenza nei ristoranti: secondo il centro studi Fipe saranno 4 milioni quelli che pranzeranno al ristorante il giorno di Pasqua per una spesa di 40 euro a testa, con la formula del “tutto compreso” proposta dalla maggior parte dei menù.
Per il pranzo di Pasquetta si attendono due milioni e mezzo di consumatori per una spesa stimata in 100 milioni di euro. “In un momento di difficoltà della congiuntura economica – commenta il presidente Fipe, Lino Stoppani – non c’è da aspettarsi miracoli. Gli italiani hanno sempre meno soldi per il tempo libero e sono intimoriti da un futuro che presenta incertezze. Per fortuna ci sono molti ristoranti che consentono agli italiani di passare una festività fuori casa rispettando la tradizione anche a tavola, con il menu pasquale del proprio territorio, senza necessariamente spostarsi troppo dai luoghi di residenza”.
La Fipe ha stilato un elenco dei piatti di Pasqua tradizionali, Regione per Regione: in Piemonte, ad esempio, il primo tradizionale sono gli agnolotti con ragù di verdure e fonduta e il secondo l’agnello, il menù del Lazio prevede, invece, gnocchi all’amatriciana e abbacchio al forno o coda alla vaccinara.
Immancabili, comunque, le uova di Pasqua: ce ne sono per tutte le tasche. Secondo il monitoraggio di Codici sulle offerte proposte dai volantini dei vari supermercati, si parte dai 3,90 euro per uova da 500 gr di qualità medio-bassa. La cioccolata di media qualità parte dai 27 euro al kilo e le uova per bambini con i personaggi più famosi, dalle Principesse Disney a Barbie, si aggirano tra i 7 euro e gli 8 euro per 210/240 grammi di peso ossia tra i 28 e i 33 euro al kilo. La cioccolata di qualità superiore parte dai 37 euro al kilo fino a 56 euro al kilo come per i prodotti Excellence della Lindt. Codici consiglia di prestare attenzione ai volantini dei grandi ipermercati , si potrebbe risparmiare fino al 35 % rispetto al piccolo market.
Passando al turismo le previsioni non sono migliori: flusso in calo in entrata e in uscita. Anche perché la spesa per chi decide di passare la Pasqua nelle principali destinazioni italiane è più che salata. Prezzi in aumento del 10% rispetto al 2011 per le città d’arte come Firenze, Napoli (+10%) e Venezia (+9%). La città lagunare spicca per il maggior aumento delle tariffe alberghiere: 236 euro di media per una notte in camera doppia.
E’ quanto risulta dall’analisi del tHPI, l’indice dei prezzi degli hotel calcolato dall’Osservatorio del motore di ricerca hotel www.trivago.it. Ad aprile, quindi, è Venezia la città più cara, davanti a Cervinia (228 euro) e Cortina d’Ampezzo (217 euro) e a pari merito con Ginevra (236 euro) nello scenario europeo. In aumento anche Palermo (102, +23%) e Milano (176 euro, +5%). In controtendenza Roma che registra una flessione del 6% rispetto al 2011: dormire nella capitale a Pasqua costerà in media 162 euro. Nonostante le condizioni meteorologiche avverse per Pasqua le principali mete al mare registrano aumenti importanti su marzo: +57% a Capri, dove si spende 191 euro per una notte; +23% a Forte dei Marmi (195 euro); +43% a Positano (160 euro), +27% ad Alassio (183 euro), +25% a Taormina (167 euro) e +23% a Riccione (121 euro). Tariffe in salita anche nelle città lacustri: Stresa (147 euro, +16%), Riva del Garda (124 euro, +35%).
Le mete più economiche d’Italia? San Giovanni Rotondo, con un prezzo medio di soggiorno di 70 euro, Sassari (71 euro), Trapani (73 euro), Chianciano Terme (77 euro) e Pozzuoli (78 euro).
Passando all’Europa e dintorni, le tariffe alberghiere aumentano in 34 delle 50 destinazioni analizzate. Cominciamo da Praga che registra un aumento del 51%, arrivando a toccare i 125 euro per notte; Istanbul alza i listini del 35%, con un costo medio di soggiorno di 157 euro. Aumenti più contenuti per Parigi e Londra, dove si spendono rispettivamente 181 euro (+9%) e 197 euro (+8%). Aumenti nelle località spagnole più gettonate, Barcellona (156 euro, + 26%), Madrid (108 euro, +8%), e Siviglia che registra un boom dei prezzi degli hotel (144 euro, +66%).
Le mete piú economiche per trascorrere la Pasqua sono Riga e Sofia, dove una camera doppia standard durante le festivitá pasquali si attesta sui 75 euro a notte.
Per quanto riguarda il comparto ricettivo extralberghiero l’Aigo Confesercenti traccia un primo screening: la presenza degli italiani sarà scarsa, mentre sono buone le previsioni di quella straniera, viste le prenotazioni effettuate con largo anticipo. “Il trend previsto dovrebbe attestarsi a quello dello scorso anno – afferma il Presidente Agostino Ingenito – quando a salvare il periodo pasquale fu appunto la forte presenza straniera. Preferite come sempre le città d’arte, si registra il pienone a Roma, Firenze e Venezia con punte interessanti anche a Napoli e nel Sud Italia”.
Ma la passione degli stranieri sono le località marine: spunta l’overbooking in bed & breakfast ed agriturismi di Toscana, Campania e Puglia, mentre sembra ridimensionato il flusso turistico in Liguria e nel nord est, ad eccezion fatta dalla riviera romagnola. Si registrano flussi interessanti anche per le case vacanze con affitti che però non superano la settimana. “E’ ormai un dato ineludibile la prenotazione online per le nostre strutture: i nostri ospiti preferiscono un contatto diretto ed immediato con i nostri gestori che investono sempre più e meglio in presenza su portali specializzati – conclude il presidente di Aigo – ma è necessario che il Governo ascolti le nostre proposte per qualificare ulteriormente il comparto senza perdere di vista l’unicità e l’identità delle nostre strutture ricettive. La formula b&b è sempre più apprezzata dai turisti che sono sempre più consapevoli della scelta non più dettata solo da esigenze meramente economiche, ma con l’obiettivo di scoprire territori ed aree interne italiane mediante un approccio meno formale senza perdere di vista servizi e qualità nell’accoglienza”.