Rincari fino al 200 per cento per alcune verdure: fagiolini venduti a 6 euro al chilo, zucchine dai 5 agli 8 euro (a seconda della qualità e della provenienza), bietole e melanzane a 5 euro. Lo si apprende da fonti stampa. Raddoppiati anche i listini di lattuga e pomodori datterino. Un caro-prezzi da attribuire alla neve e al gelo che ha colpito il Centro-Sud e che ha provocato un taglio del 25 per cento della produzione.

Secondo i risultati di un monitoraggio di Coldiretti, riportati da fonti stampa, nelle ultime settimane sono dimezzate le consegne per colpa del maltempo, che ha decimato i raccolti delle regioni del Centro Sud dalle quali provengono, in questa stagione, la maggioranza delle produzioni (61 per cento degli ortaggi italiani e il 97 per cento degli agrumi nazionali).

La Puglia è la regione più colpita e, insieme a Basilicata, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Sicilia e Calabria, sono almeno diecimila le aziende in difficoltà. In Puglia il danno accertato supera al momento i 110 milioni di euro, tra clementine e arance gelate e la perdita del 30 per cento della produzione di latte. In Sicilia al danno per le produzioni orticole si aggiunge la speculazione sul costo del foraggio, dove una balla di fieno è passata da 2 a 6 euro. In Calabria, il maltempo ha distrutto centinaia di ettari di frutta pronta per la raccolta.

In questo difficile scenario Codici intende mettere in guardia i consumatori da possibili manovre speculative, “poiché i ricavi provenienti da questi aumenti di prezzo non vanno nelle tasche degli agricoltori, che anzi subiscono dei ribassi che si sommano alle perdite causate dal maltempo, ma nelle tasche delle aziende addette alla grande distribuzione”.

“Tutto ciò”, spiega Codici, “porta dunque ad un ulteriore allargamento della forbice di prezzo tra il ricavo, ormai ai minimi, degli agricoltori e il prezzo finale pagato dai consumatori, che invece ormai ha raggiunto livelli impressionanti”.

Codici spiega che la ragione per cui ha scelto di scendere in campo con decisione è legata al fatto che questi aumenti di prezzo non sempre sono giustificabili, anche perchè le quotazioni sui campi non hanno subito nessun aumento e in alcuni casi, inoltre, i prodotti potrebbero essere stati stoccati in magazzino e distribuiti precedentemente rispetto all’ondata di maltempo.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)