Dopo l’Imu, sul tavolo del Governo c’è un altro mostro a tre lettere: l’Iva. Ad ottobre dovrebbe scattare un nuovo aumento dell’1%, ma da più parti si cerca di scongiurare il rincaro, temendo effetti nefasti per l’intera economia: dall’aumento dei prezzi all’ulteriore contrazione dei consumi e alla pesante ricaduta sulle famiglie a medio reddito. “Il balletto sull’Iva deve finire – commenta il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) – Si tratterebbe di un aumento con due effetti nefasti: ulteriore carico sui redditi familiari medio-bassi, con un’accentuazione delle disuguaglianze economiche e gelata sui primi segnali di ripresa”.
“Si tratta anzitutto di un aumento del prelievo fiscale a danno della maggior parte delle famiglie con redditi medio-bassi, con effetti invece non avvertiti dai redditi medio alti. Questo accentuerebbe ancora di più la disuguaglianza sociale, acuendo la forbice dei redditi, che negli ultimi anni si è ulteriormente divaricata. Inoltre – aggiunge MDC – si rischia un gelo sui timidi segni di ripresa che cominciano ad avvertirsi sul piano produttivo e dei consumi interni, crollati negli ultimi anni e ancora nell’ultimo semestre, penalizzando per la prima volta dal dopoguerra anche la spesa alimentare”. “Se proprio i conti pubblici dovessero richiederlo – conclude l’Associazione – per non sforare l’obiettivo del deficit di bilancio entro il 3%, allora il Governo scelga di aumentare di 1 punto le aliquote IRPEF più alte o applichi selettivamente l’aumento IVA sui beni di lusso”.


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