Il tasso di inflazione frena fortemente a ottobre, calando al 2,6% annuale dal 3,2% di settembre. Su base mensile i prezzi al consumo restano fermi. Lo rileva l’Istat nella sua stima preliminare. Il rallentamento della crescita su base annua dei prezzi al consumo coinvolge gran parte delle diverse tipologie di prodotto. L’inflazione acquisita per il 2012 si conferma al 3,0%. Questo mese i maggiori incrementi congiunturali riguardano i prezzi dell’Istruzione (+1,7%), di Abitazione, acqua, elettricita’ e combustibili (+0,5%), dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche e dell’Abbigliamento e calzature (per entrambe +0,3%). In diminuzione sul mese precedente risultano i prezzi delle Comunicazioni (-1,8%), dei Trasporti e dei Servizi ricettivi e di ristorazione (per entrambe -0,5%). Rispetto a ottobre 2011, i maggiori tassi di crescita interessano l’Abitazione, acqua, elettricita’ e combustibili (+6,8%), i Trasporti (+6,1%) e l’Istruzione (+3,1%). Quello piu’ contenuto riguarda i Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,1%). I prezzi di Ricreazione, spettacoli e cultura risultano invariati su base annua e quelli delle Comunicazioni e dei Servizi sanitari e spese per la salute in flessione (rispettivamente -2,4% e -0,1%). Nel settore dei beni, i prezzi degli Alimentari (incluse le bevande alcoliche) aumentano su base mensile dello 0,4% e il tasso di crescita su base annua segna una lieve attenuazione (2,7%, dal 2,8% del mese precedente).
Puntuali i commenti. Federconsumatori, da un lato, sostiene che “la brusca frenata dell’inflazione ad ottobre non ci sembra sia mai avvenuta” e che i prezzi monitorati dall’Osservatorio sono in crescita, tra l’altro, ingiustificata e fuori da ogni logica di mercato, vista la contrazione dei consumi. Coldiretti, dall’altro, prova a spiegare il motivo della frenata: “L’inflazione frena perché il carrello della spesa si svuota con un calo degli acquisti dei prodotti alimentari stimato in quantità pari al 3 per cento, ma con punte del 5,5 per cento per la carne” afferma la Confederazione. Della stessa opinione Confesercenti seconod cui “l’inflazione che cala è lo specchio fedele di una pesante recessione. Non siamo infatti solo in presenza di una gentile concessione statistica o della frenata dei carburanti, che hanno condizionato le ultime oscillazioni dell’inflazione in modo determinante: la verità è che l’economia è ferma, schiacciata dalla recessione e dalla pressione fiscale insostenibile; i consumi sono debolissimi, con il risparmio delle famiglie eroso dalla crisi e dalla disoccupazione, mai così alta dal 1992, e gli investimenti che latitano”.
 La variazione nulla dei prezzi al consumo di ottobre rispetto a settembre 2012 – commenta, invece, Pietro Giordano, Adiconsum – non è altro che il risultato di una compensazione dovuta ad un aumento dei prezzi dei beni (+0.1%) cui ha fatto da controaltare una diminuzione dei prezzi dei servizi (-0,1%). Risaltano in particolare gli aumenti: dell’1,7% per l’istruzione in concomitanza con la ripresa dell’anno scolastico e gli aumenti di abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,5%) e dei prodotti alimentari, abbigliamento e calzature (+0,3%).
Adiconsum ha avviato un servizio in collaborazione con il motore di ricerca delle offerte promozionali presenti nei supermercati della grande distribuzione klikkapromo.it realizzando una Tabella della Convenienza dove a fronte di un paniere settimanale di prodotti solitamente acquistati da una famiglia di 4 persone si evince dove è più conveniente fare la spesa.


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