
Inflazione e tassi di interesse, Confconsumatori chiede una cabina di regia (foto Pixabay)
Inflazione e tassi di interesse, Confconsumatori chiede una cabina di regia
Alla luce del nuovo rialzo dei tassi d’interesse annunciato dalla Bce e dei rincari, Confconsumatori chiede al Governo di intervenire e di istituire una cabina di regia che coinvolga tutte le parti sociali
Anche Confconsumatori interviene sul nuovo rialzo dei tassi di interesse annunciato dalla Banca Centrale Europea e chiede una cabina di regia che affronti l’attuale crisi finanziaria.
“L’ulteriore nefasto aumento dei tassi di interesse dello 0,25% annunciato dalla Bce (che appare ormai lontana dall’Europa e dall’economia reale), avversato ormai da quasi tutte le parti economiche, sociali, politiche dell’Unione Europea – commenta l’associazione in una nota – rappresenta l’ennesima mazzata per i cittadini che hanno contratto un prestito o un mutuo per l’acquisto della prima casa, o che avrebbero intenzione di farlo. Infatti, anche i tassi fissi dei mutui e del credito al consumo sono ormai divenuti salatissimi e non sostenibili“.
Inflazione e tassi di interesse, l’analisi di Confconsumatori
Per Confconsumatori è un dato certo che l’inflazione aumenti o rallenti in modo direttamente proporzionale ai costi dei fattori produttivi: cioè al costo dell’energia e dei carburanti.
“Pertanto – afferma – l’intervento sui tassi risulta irrilevante ai fini del contrasto all’attuale spinta inflazionistica. Anzi, contribuisce a sua volta ad aumentare l’inflazione, perché i costi bancari sostenuti dalle imprese sono scaricati chiaramente sui costi dei prodotti finali che i consumatori si trovano ad acquistare. In aggiunta il peso sulle tasche di cittadini, diminuendo il potere d’acquisto, sta comportando una recessione fortissima sia in Italia che in tutti i paesi dell’Unione. Infatti, la Bce pare avere dimenticato che l’economia procede e cresce solo se i consumatori spendono (avendo denaro disponibile) e chiedono una maggiore produzione e offerta di beni e servizi a prezzi sostenibili”.
Secondo l’analisi di Confconsumatori “in Italia, da oltre 30 anni, manca una seria e reale politica salariale e il livello reddituale dei cittadini, proporzionalmente ai costi della vita, è ormai ridotto al lumicino. Non si può continuare con i salassi sui mutui, sui carburanti e sull’energia (arrivati a costi più alti rispetto al periodo precedente alla crisi geo-politica in corso), divenuti insostenibili non solo per alcuni, ma per la maggioranza delle famiglie”.
“Tra l’altro l’inflazione reale su redditi medio bassi, fortemente influenzati dall’aumento di mutui, bollette, generi alimentari, può essere determinata nel 10-15% all’anno e costringe i cittadini a non spendere – leggasi recessione – e risulta davvero dannosa per tutto il sistema economico, nonché fortemente ingiusta”.
“È giunta l’ora di istituire una cabina di regia governativa diretta dalla presidente del Consiglio dei ministri, che affronti con rapidità, con tutte le categorie economico-sociali, e in primo luogo con i rappresentanti dei cittadini-consumatori (motore unico del sistema produttivo), l’attuale crisi finanziaria”, commenta il presidente nazionale di Confconsumatori Marco Festelli.
Le proposte di Confconsumatori
Confconsumatori, quindi, chiede al Governo di intervenire e di “liberare, immediatamente, risorse attraverso la riduzione delle accise o comunque del carico fiscale sui carburanti (il prezzo di 2,00 euro al litro è insostenibile per i cittadini) e di ridurre i costi energetici, ripristinando tutte le riduzioni fiscali di alcuni mesi fa (quindi alleggerendo il costo delle utenze domestiche)”.
In tema di mutui, l’associazione chiede una “legislazione emergenziale che obblighi le Banche, in deroga alle regole EBA, alla rinegoziazione di tutti i mutui, anche di coloro che hanno alcune rate arretrate”.
Infine – conclude – Confconsumatori – “occorrerà agganciare i salari all’aumento del costo della vita, creando meccanismi virtuosi di premialità proporzionali all’andamento aziendale, considerando che i redditi degli italiani hanno perduto, negli ultimi 20 anni, circa il 25% del loro originario potere d’acquisto”.
