Oltre 7 mila euro: è quanto costa ogni anno un’automobile, fra spese di manutenzione, benzina e costo di acquisto spalmato in dieci anni. Tenendo in mente questo dato, reso noto oggi da Federconsumatori e Adusbef, non sorprendono più di tanto le previsioni estremamente negative sull’andamento del mercato delle immatricolazioni in Italia nel mese di agosto. Oggi l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne ha infatti anticipato: “E’ stato un mese non bello in Italia. Si prevede un calo del 20%” nelle vendite “rispetto allo scorso anno, non ho mai visto numeri così bassi in vita mia”.
“Purtroppo i dati relativi al pessimo andamento del mercato dell’auto non ci sorprendono affatto. Il drammatico crollo del 20%, infatti, va di pari passo con l’aumento esponenziale dei costi di mantenimento di un’automobile, divenuti ormai proibitivi”, affermano Federconsumatori e Adusbef. Uno studio effettuato dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori evidenzia che il costo complessivo per il mantenimento di un’automobile di media cilindrata nel 2012 è di 4.628 euro, il 15% in più rispetto allo scorso anno, pari a +588 euro. Questo dato comprende il costo della benzina (aumentato del 22% rispetto al 2011 e pari a 2320 euro annui), l’Rc auto (in media quasi 1200 euro), il costo di pedaggi e parcheggi e una manutenzione stimata in circa 750 euro annui.
Se però a questa cifra si aggiungono le spese per il bollo, il costo di acquisto (redistribuito su 10 anni) e il costo dei mancati interessi sul capitale utilizzato per l’acquisto dell’auto (calcolato sempre per 10 anni) “emerge che, complessivamente, nel 2012, il costo annuo di un’automobile ammonta a 7.073 euro”, stimano Federconsumatori e Adusbef, che chiedono urgentemente “un intervento del Governo per la diminuzione delle accise sui carburanti e per l’incremento della competitività nel settore delle assicurazioni (non dimentichiamo che dal 2001 queste ultime sono cresciute del +109%). Inoltre è urgente che il Governo disponga misure per rilanciare il potere di acquisto delle famiglie, ormai ridotto ai minimi storici”.


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