Accise benzina, AACC: “No” al rincaro per far quadrare i conti con Bruxelles
No all’ennesimo aumento delle accise sui carburanti. Lo afferma il Codacons, commentando le indiscrezioni sulle proposte che il Governo presenterà oggi a Bruxelles come risposta ai rilievi Ue sui conti pubblici.“L’ipotesi di un nuovo ricorso alle accise sulla benzina per reperire risorse è inaccettabile”, spiega il Codacons, “Ancora una volta gli automobilisti italiani verrebbero utilizzati dal Governo come uno sportello bancomat, incrementando una tassazione già alle stelle. L’Italia è infatti ai vertici della classifica europea per il caro-carburante proprio a causa della tassazione eccessiva su benzina e gasolio, che arriva a pesare fino al 70% sul prezzo di ogni litro di carburante acquistato dai consumatori, i quali ancora oggi finanziano con ogni litro di benzina e gasolio acquistato la guerra d’Etiopia del 1935-1936, il disastro del Vajont del 1963 o il terremoto del Belice del 1968″.
“Un ulteriore ritocco delle accise avrebbe inoltre effetti negativi per l’economia italiana, perché determinerebbe un rincaro generalizzato dei prezzi con ricadute sui consumi già stagnanti”, conclude l’associazione.
Dura anche la reazione alla notizia manifestata da Federconsumatori e Adusbef. “Come sempre, quando il Governo non sa dove reperire rapidamente e facilmente risorse per esigenze di bilancio, si attinge dal “Pozzo di San Patrizio” delle accise sulla benzina”, commentano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
Secondo le associazioni, si tratterebbe di un sistema che avrebbe ricadute pesanti non solo sulle tasche dei cittadini, ma anche, in termini generali, sull’intero sistema economico. Complessivamente, facendo l’ipotesi che la metà dei 3,4 mld relativi all’intervento correttivo richiesto da Bruxelles dovessero essere reperiti attraverso l’aumento delle accise sui carburanti, le ricadute in termini annui ammonterebbero a circa 71 euro a famiglia. “Un aggravio che, in una fase di depressione come quella che attraversa il nostro sistema economico e produttivo, determinerà una ulteriore flessione dei consumi”.
“Il Paese”, spiegano Federconsumatori e Adusbef, “non ha bisogno di nuove misure recessive. Anzi, al contrario, c’è urgente necessità di una nuova fase di slancio. Le risorse non devono e non possono essere, come sempre, reperite a danno dei cittadini: è ora di agire su altri fronti, a partire dal contrasto all’evasione fiscale e dal taglio di sprechi e abusi. Siamo pronti a dar vita ad iniziative e manifestazioni se, ancora una volta, a pagare saranno le famiglie, che già troppo, in questi anni, hanno patito a causa della crisi e dei continui interventi depressivi adottati per contrastarla”.