Sulla tavola della Pasqua gli italiani troveranno una raffica di rincari. Soprattutto, spenderanno di più per pranzare, tanto che ogni famiglia dovrà mettere in conto un budget di circa 170 euro per i piatti della festa, a partire dai carciofi e dalla pizza pasquale al formaggio, per continuare con pasta al forno e agnello, e finire con cioccolata e colomba. Le stime variano e parlano di rincari compresi fra il 5% e il 10% per il pranzo di Pasqua rispetto al 2011.
Federconsumatori e Adusbef stimano che il pranzo a casa costerà in media poco meno di 28 euro a persona, il 5% in più rispetto allo scorso anno. Il menù analizzato dall’Osservatorio nazionale Federconsumatori è molto ricco e comprende carciofi e affettati, uova e pasta al forno, agnello e patate, frutta, colomba, cioccolata, caffè e superalcolico: il totale fa 27,49 euro a persona. Per una famiglia di sei persone sono 164,94 euro. Un menù simile al ristorante può costare fino a 68 euro a persona per una spesa complessiva di 408 euro per tutta la famiglia. A casa si può dunque mettere in conto un risparmio di 243 euro. Gli aumenti in un anno, affermano Federconsumatori e Adusbef, sono del 5%.
L’andamento dei prezzi avrà come conseguenza un calo record dei consumi alimentari pasquali. Secondo l’Adoc, le vendite delle uova di Pasqua sono scese del 12% rispetto allo scorso anno, complice anche un rincaro del prezzo del 22%. Vanno su i prezzi di tutti i prodotti della festa, sottolinea l’Adoc: più 6,6% per l’abbacchio, più 11% per la colomba, più 12,5% per i carciofi, più 21,9% per l’uovo di cioccolato non di marca, più 13,6% per l’uovo medio di marca.
“Nessuna ‘sorpresa’ positiva, purtroppo, per i consumatori”, spiega il presidente Adoc Carlo Pileri. Che aggiunge: “Per la prima Pasqua di recessione registriamo un pesante calo delle vendite dei tipici prodotti della festività. Gli acquisti delle uova di Pasqua sono scesi del 12%, quelli delle colombe dell’8%, per l’agnello si registra un calo del 5,5% delle vendite. Tanto che le classiche offerte in mercati e supermercati sulle colombe e sulle uova sono state anticipate di due giorni rispetto allo scorso anno. Invariate le vendite di salame e pizze pasquali. In aumento, del 2%, solo la vendita delle uova fresche. Le uova di Pasqua quest’anno hanno raggiunto un prezzo record, con aumenti del 22% rispetto a un anno fa”.
Consumi alimentari in flessione, soprattutto per i dolci e per l’abbacchio, è quanto denuncia anche Fiesa Confesercenti, la Federazione esercenti alimentazione, che parla di previsioni pessimistiche per il commercio al dettaglio. “I consumi pasquali, stando alle prime rilevazioni e alle aspettative degli operatori, dovrebbero segnare il passo con significative contrazioni, soprattutto per i tradizionali prodotti come uova e colombe – afferma la sigla – Le prenotazioni di pacchi regali e le prime vendite dei tradizionali prodotti segnano, infatti, un meno 10%. Pesa in questo senso la banalizzazione di alcuni prodotti venduti sottocosto dalla Grande Distribuzione che così ne ha ridotto valore simbolico e prestigio. Per quanto riguarda le carni, le ordinazioni vanno a rilento, risentendo della generale riduzione, anche per l’incertezza delle previsioni meteorologiche, mentre il consumo dell’abbacchio si è ridotto del 30% a favore di altre carni più economiche”.


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