Siamo nel bel mezzo del confronto elettorale, in vista delle prossime elezioni che si terranno il 24-25 febbraio. Alcuni temi, più di altri, catalizzano il dibattito politico: prima l’Imu, poi il redditometro, adesso le liste pulite. Ma c’è una cosa su cui è difficile mentire: i dati. Da oltre un anno a questa parte tutte le statistiche parlano di una crisi economica senza precedenti, almeno dal dopoguerra. Quella che stiamo vivendo è una crisi di consumi, di potere d’acquisto, di lavoro, di prospettive. E’ una crisi di speranza, perché la ripresa non è lontana ma viene sempre posticipata. Il 2013 doveva essere l’anno della crescita, ma ci siamo resi conto che  non sarà così.
A confermarlo è oggi il Presidente dell’Istat Enrico Giovannini che, durante la presentazione del Rapporto “Noi Italia. Le 100 statistiche per capire il Paese” ha detto che il “recupero dell’attività produttiva” è probabile che avvenga “nella seconda metà del 2013”, ma tutte le previsioni concordano nel dire che sarà “una ripresa molto lenta, non solo in Italia ma in tutta Europa”. La brutta notizia è che “se fosse così non produrrebbe effetti sull’occupazione”. Dunque è fondamentale che i confronti in campagna elettorale vengano fatti sui contenuti e con proposte più quantitative così da essere più confrontabili.


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