La mystery box è un affare o una lotteria? Il test dei consumatori (Immagine fonte YouTube)

Due set di maniglie, tre maschere da nuoto, una batteria aggiuntiva per cellulare: tutto in un pacco, pagato al chilo, acquistato a sorpresa, per circa 80 euro. È l’unboxing in cui si sono cimentati CEC Italia e CTCU che hanno fatto un test sulla recente moda delle mystery box, fenomeno che sembra stia prendendo piede fra i consumatori. Sono “pacchi misteriosi”, acquistati a peso e senza sapere cosa c’è dentro.

Il fenomeno è stato promosso anche da eventi organizzati dal vivono e rimbalza sui social. Centro Europeo Consumatori (CEC) Italia e Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU) hanno cercato di vederci chiaro e hanno provato a comprare una di queste mystery box per capire se dietro l’investimento al buio si potesse nascondere l’affare. La mystery box è un affare o una lotteria? E ne vale la pena? Non sembra davvero, secondo il test fatto dall’associazione.

Cos’è una mystery box?

Una mystery box, spiegano dal CEC Italia, è una scatola venduta senza rivelare il contenuto, acquistata dai consumatori nella speranza di trovare oggetti di valore superiore al prezzo pagato. L’elemento sorpresa è il cuore di questa esperienza, diventata virale anche sulle piattaforme social.

Le aziende che propongono questa vendita sostengono di comprare dalle grandi piattaforme di vendita online i pacchi rimasti in giacenza o non consegnati o tornati indietro come resi. Le aziende li recuperano, le comprano a peso e le rivendono al chilo. In questo modo affermano di contribuire a un’economia circolare rimettendo sul mercato prodotti che verrebbero smaltiti o distrutti. Per i consumatori, la curiosità è una leva e la speranza è di trovare nel pacco beni di valore superiore a quanto pagato. Ma è davvero green qualcosa che sembra reimpacchettato?

Il test del CEC Italia e del CTCU

Il CEC Italia e il CTCU hanno dunque acquistato un pacco da 3 kg presentato come composto da pacchi provenienti da resi Amazon (per cui si paga un sovrapprezzo). Il pacco è costato 74,90 euro oltre a 11,90 euro di spese di spedizione. I prezzi arrivavano fino a quasi 250 euro per 15 Kg.

“Il risultato finale: una cocente delusione! – spiegano dal CEC – Il pacco ordinato infatti conteneva per l’esattezza 3 maschere da nuoto, un powerbank per cellulare e 2 pacchi contenenti set di maniglie per mobili. Il tutto per un valore decisamente inferiore a quanto pagato. I prodotti inoltre erano per larga parte inutilizzabili o addirittura potenzialmente pericolosi, dato che quasi nessuno degli stessi aveva la prescritta marchiatura CE”.

Un’altra annotazione fatta durante l’unboxing è che i pacchi sembrano in realtà “reimpacchettati”.

“È importante far notare che il sito da cui abbiamo acquistato sottolinea in bella vista che “I nostri pacchi sono venduti nelle esatte condizioni in cui li abbiamo ricevuti e nessuno ne conosce il contenuto” – prosegue il CEC – I prodotti da noi ricevuti però erano in realtà spacchettati e reimballati, essendo dunque impossibile che chi ha preparato il pacco per la spedizione fosse ignaro del contenuto”.

 

 

Mystery box e tutela dei consumatori

L’analisi ha rivelato anche altri aspetti problematici, legati alla formula di vendita al buio. Per l’associazione contiene clausole vessatorie perché non riconoscono la tutela dei diritti dei consumatori.

“In primo luogo, – spiega il CEC Italia – le aziende che propongono questo tipo di vendita al buio escludono nelle loro condizioni contrattuali il diritto di recesso che deve essere garantito per legge, quantomeno una volta che si è aperto il contenuto del pacco. Inutile dire però che escludere il diritto di ripensamento per il consumatore è contrario al diritto europeo ed italiano e trasformerebbe il contratto di compravendita in una vera e propria lotteria o un gioco d’azzardo”.

La vendita esclude anche la garanzia legale per i difetti di conformità e la responsabilità per prodotti pericolosi.

Clausole di questo tipo sono da considerare vessatorie”, spiega Gunde Bauhofer, direttrice del CTCU. Pertanto “abbiamo deciso di segnalare la questione alla competente Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM)”.

Mistery box, conviene?

La risposta delle associazioni è dunque chiara: non ne vale la pena.

“Partecipare a questo tipo di acquisto non appare certo un’opzione conveniente – spiegano – Alla illegittima compressione dei diritti dei consumatori si accompagnerà infatti la probabile delusione a seguito dell’apertura della “Mystery Box”, dato che il processo di scelta dei prodotti inseriti è tutt’altro che trasparente. Anche la speranza di partecipare a un’operazione di sostenibilità ambientale è subito infranta. Invece che rimettere in circolo prodotti, probabilmente sarà semplicemente spostato l’onere di gettarli al consumatore. Un’offerta stuzzicante da cui però è meglio stare alla larga, se non si vuole ricevere un proverbiale ‘pacco’”.


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