A giugno l’inflazione rallenta ancora: la crescita annua dei prezzi si ferma allo 0,3% rispetto allo 0,5% di maggio. L’indice nazionale dei prezzi al consumo aumenta infatti dello 0,1% rispetto a maggio e dello 0,3% rispetto a giugno 2013, in rallentamento rispetto a maggio. Sono i dati provvisori resi noti oggi dall’Istat, che spiega: “Il calo dell’inflazione è in primo luogo imputabile all’accentuarsi della diminuzione dei prezzi degli Alimentari non lavorati; contribuiscono in misura minore anche le decelerazioni della crescita su base annua dei prezzi degli Alimentari lavorati, dei Beni energetici non regolamentati e dei Servizi relativi all’abitazione”. L’inflazione acquisita per il 2014 è stabile allo 0,3%.
Rispetto a giugno 2013, i prezzi dei beni diminuiscono dello 0,3% (era -0,1% a maggio) e il tasso di crescita dei prezzi dei servizi scende allo 0,8% (da +0,9% del mese precedente). I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona non variano in termini congiunturali mentre diminuiscono dello 0,5% in termini tendenziali (da +0,1% del mese precedente). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto crescono dello 0,1% rispetto al mese precedente e dello 0,3% nei confronti di giugno 2013 (dal +0,5% registrato a maggio).
Andando nel dettaglio, rispetto allo scorso anno i maggiori tassi di crescita si registrano per Trasporti e Istruzione (per entrambe +1,3%), seguiti da Mobili, articoli e servizi per la casa e Servizi ricettivi e di ristorazione, per le quali si rileva una crescita dell’1,0%, e Abbigliamento e calzature e Abitazione, acqua, elettricità e combustibili, che segnano un rialzo dello 0,7%. Gli incrementi tendenziali più contenuti interessano Bevande alcoliche e tabacchi e Servizi sanitari e spese per la salute (per entrambe +0,3%), mentre i prezzi delle Comunicazioni risultano in sensibile flessione (-8,6%) così come sono in diminuzione quelli dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,6%).
Nel dettaglio, i prezzi degli alimentari aumentano su base mensile dello 0,1% e su base annua il tasso di variazione diventa negativo, attestandosi a meno 0,6%. Guardando ai diversi prodotti, emerge che l’aumento su base mensile dei prezzi degli Alimentari non lavorati è da attribuire principalmente al rialzo – sul quale incidono fattori stagionali − dei prezzi della Frutta fresca (+5,9%); su base annua questi mostrano una flessione del 7,5%, più ampia di quella rilevata a maggio (-6,6%). Fattori stagionali contribuiscono a spiegare anche le diminuzioni, rispetto a maggio, dei prezzi dei Vegetali freschi (4,4%; -12,1% in termini tendenziali, da -8,6% del mese precedente). Diminuzioni di diversa entità si rilevano per le carni: -0,6% per la Carne ovina e caprina e le Altre carni (rispettivamente +1,9% e +0,6% su base annua), -0,1% per la Carne bovina (+0,8% in termini tendenziali) e suina (+0,7% rispetto a giugno 2013).
I dati dell’Istat sono accolti con note diverse dalle associazioni di categoria. Per Coldiretti, ad esempio, l’andamento dei prezzi riflette “una situazione difficile sul lato degli acquisti alimentari che sono tornati indietro di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981 a causa della crisi e non hanno ancora beneficiato degli effetti positivi del bonus di 80 euro nelle buste paga di 10 milioni di italiani a partire dall’inizio di giugno”. Nel 2014, spiegano gli agricoltori, i prodotti della dieta mediterranea hanno subito un taglio nella spesa alimentare in media del 2%, con una flessione di acquisti per la pasta (-5%), per l’olio extravergine (-4%), per il pesce (-7%) e per la verdura fresca (-4%) nei primi due mesi rispetto allo stesso periodo del  2013. Si attende un’inversione di tendenza nella seconda parte dell’anno, quando per Coldiretti sulla spesa alimentare si concentreranno gran parte dei benefici del bonus di 80 euro, specialmente per lavoratori dipendenti, disoccupati e cassintegrati.
“L’inflazione scende al livello più basso da quasi 5 anni, fermandosi a giugno allo 0,3 per cento, spinta in basso soprattutto dai prezzi alimentari, che calano ai minimi storici dal 1997, con il crollo dei listini di frutta (-7,5%) e verdura fresca (-12,1%). Anche così, però, i consumi non ripartono: far quadrare i conti domestici resta difficile per una famiglia su tre e prosegue la “spending review” sulla tavola con un ulteriore calo del 2% della spesa per il cibo da inizio 2014”: questo il commento della Cia-Confederazione italiana agricoltori, per la quale il 77% degli italiani continua a fare economia sul carrello della spesa, nel 58% dei casi scegliendo i prodotti sulla base del prezzo più basso. Oggi, ricorda l’associazione, 6 milioni e mezzo di famiglie dichiarano di fare regolarmente la spesa nei discount e hanno messo da parte negli acquisti elementi un tempo decisivi come i prodotti “brandizzati”.
Di “rischio inflazione negativa” parla invece Confesercenti: “La frenata dell’inflazione a giugno è peggiore delle aspettative, e adesso appare sempre più realistico uno scenario di inflazione negativa. Per la nostra economia, ora stagnante ma già indebolita da sei anni di crisi, si tratta di un rischio potenzialmente fatale. Dobbiamo agire subito per scongiurare definitivamente il pericolo di precipitare in una spirale deflattiva, che renderebbe insostenibile il debito pubblico italiano e causerebbe nuove chiusure di impresa e il conseguente ulteriore aumento della disoccupazione. Serve un piano di ampio respiro: non basta qualche iniezione di liquidità. Dobbiamo piuttosto intervenire sui nodi che ancora frenano l’Italia, a partire dall’eccesso di pressione fiscale e dalla carenza di credito”.
Federconsumatori e Adusbef sono invece scettiche: “I dubbi su quali siano i luoghi esotici dove l’Istat effettua le proprie rilevazioni iniziano a farsi sempre più forti: addirittura oggi è stato annunciato un tasso di inflazione a giugno allo 0,3%, il più basso dal 2009. I prezzi dei prodotti alimentari sarebbero diminuiti dello 0,6%. Un andamento a nostro parere inverosimile. Basta guardare all’impennata dei prezzi dei carburanti (bisogna sempre tenere a mente che in Italia l’86% dei beni di largo consumo è trasportato su gomma) per capire come non sia possibile che i prezzi crescano così lentamente”.
Il dato sull’inflazione di giugno diffuso oggi dall’Istat è invece per il Codacons “estremamente preoccupante”. “In particolare è assolutamente allarmante il calo dei prezzi per i beni alimentari, perché rispecchia la forte riduzione di spesa delle famiglie in settori primari come l’alimentazione – afferma il presidente Carlo Rienzi – I prezzi scendono, infatti, solo quando i consumatori non comprano più, e se non comprano più migliaia di negozi e piccole imprese sono destinate a chiudere i battenti. I consumi degli italiani sono ai minimi storici, e questo dato si riflette direttamente sul tasso d’inflazione – prosegue Rienzi – Solo per gli alimentari, la spesa in Italia è tornata indietro ai livelli di 30 anni fa, facendo segnare -3,6 miliardi di euro solo nel 2013, motivo per cui i prezzi in tale settore sono in picchiata. Di fronte a questi dati, vedere nel 2014 l’anno della ripresa è una follia, destinata a scontrarsi con una realtà ben più amara”.


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